Corriere della Sera

Carlo Verdone «Io, farmacista che ci prende»

Takagi & Ketra, la coppia di producer dei tormentoni estivi come «Amore e Capoeira» e «L’esercito dei selfie»

- di Paolo Fallai

I talent non fanno per noi, purtroppo ci manca l’appeal di Mara Maionchi. Mina ci ha dato un due di picche, però poi abbiamo messo insieme Calcutta, Jovanotti e Paradiso

«Se un pezzo piace alla mamma sappiamo che avrà successo L’emozione più grande? Avere il cellulare di Maradona»

Topi da studio, architetti dei suoni, ignoranti musicali, psicologi, arrangiato­ri, producer, cuochi. In quale casella vi riconoscet­e?

Takagi: «Alcuni “fittano” bene. Mettiamo una certa dose di umiltà in quello che facciamo, ci piace fare canzoni al di là del fatto che poi diventino dei successi, e in questo “topi da studio” torna. Stiamo qui dalle 9 alle 19 dal lunedì al venerdì, quando serve lavoriamo anche il sabato o la domenica. La disciplina è molto importante».

E l’ispirazion­e?

Ketra: «L’ispirazion­e viene lavorando. Anche perché se aspetti di essere ispirato, hai voglia...».

Bastano queste prime risposte per inquadrare subito i due uomini che si nascondono dietro alle hit più fortunate degli ultimi cinque anni, dove le parole chiave sono: umiltà e disciplina. E ce n’è una terza, che loro non accennano, ma è il talento, coltivato ogni giorno. Takagi & Ketra, al secolo Alessandro Merli (ex Gemelli Diversi), milanese di 46 anni, e Fabio Clemente (beatmaker dei Boomdabash), vastese di 33, firmano i tormentoni dell’estate da cinque anni a questa parte, e hanno appena superato i cento milioni di dischi di platino. Da Amore e Capoeira a Jambo, da L’esercito dei selfie a La luna e la gatta con una incursione perfino tra le voci bianche del Coro dell’antoniano (Come i pesci, gli elefanti e le tigri), quello che toccano diventa oro e ormai sono più i no dei sì a chi vorrebbe collaborar­e con loro. Di tutto questo parlano con misura nello studio di registrazi­one nella Chinatown di Milano, o piuttosto del nuovo Village, vista l’alta densità di musicisti e artisti che frequentan­o via Paolo Sarpi e dintorni.

Come vi chiamano le vostre madri?

Takagi: «Mia mamma, cucciolo». Ketra: «La mia Fa’, neanche finisce il nome. Mamma è la mia vera discografi­ca, azzecca tutte le hit. Anche quest’anno, prima dell’estate, mi ha detto: “Vedrai che quello di Fred De Palma sarà il disco dell’estate” (Una volta ancora è una produzione di Takagi & Ketra, ndr). Faccio sempre sentire le canzoni a una cerchia ristretta di amici e persone fidate che non fanno parte del mondo musicale: sono onesti e schietti, se piace a loro piace al popolo».

E voi lavorate solo con chi vi piace.

Takagi: «Cerchiamo di fare matrimoni felici».

Ketra: «È fondamenta­le stare bene. Poche volte abbiamo fatto session con persone con cui non le volevamo fare e non è stato produttivo».

Come vengono suddivisi gli introiti? Per esempio, come è andata con «Amore e capoeira»?

Takagi: «La fetta più grossa va alla Sony, che si occupa di distribuzi­one e vendite. Noi abbiamo ingaggiato Giusy Ferreri e Sean Kingston per cantarla: all’inizio con un contatto amichevole che si è trasformat­o in un contratto. Giusy guadagna molto dai live. Noi non facciamo i live e il nostro maggior guadagno viene dalla Siae».

Siete ricchi?

Ketra: «Se avessimo fatto queste cose negli anni Ottanta saremmo milionari!».

Qualche sfizio tolto?

Takagi: «Sono vent’anni che faccio questo lavoro e mi sono regalato un Rolex, come facevano una volta le aziende per premiare la fedeltà dei dipendenti».

Ketra: «Io vivo ancora in affitto in 60 metri quadrati e fino a un mese fa giravo con Enjoy: adesso mi sono comprato una Range Rover Evoque, ma con lo sconto. Però a noi piace soprattutt­o reinvestir­e su di noi quello che guadagniam­o».

Takagi: «Questo studio lo abbiamo risistemat­o completame­nte: è importante lavorare in un ambiente che ti piace. E poi ci siamo aperti una piccola etichetta discografi­ca indipenden­te, la Platinum Squad: il primo artista che lanceremo si chiama Enne».

Collaborat­e spesso con Tommaso Paradiso. Sapevate del divorzio dai Thegiornal­isti?

Ketra: «No, non sapevamo nulla della divisione. Ma noi abbiamo lavorato sempre e solo con lui, gli altri non li abbiamo mai conosciuti. Si vedeva che era lui a scrivere le canzoni e comporre la musica».

Takagi: «Era inevitabil­e».

Cosa fate quando non siete qui a lavorare?

Ketra: «Esco con la mia ragazza. Non voglio dire il nome, non ho mai postato una sua foto sui social e lei non ha nemmeno Instagram. Andiamo al cinema, facciamo cose semplici. Ieri sera ero a letto già alle dieci meno un quarto: quando, come noi, ascolti tutto il giorno musica a volume altissimo, come se fossi sempre in discoteca, la sera hai bisogno di riposarti».

Takagi: «Io sto a casa, ho una figlia tredicenne che si chiama Nicole, due cani e una gatta. Amo molto il divano...».

Film preferito?

Ketra: «Bronx, di Robert De Niro». Takagi: «L’odio, di Mathieu Kassovitz».

Libro?

Ketra: «Non leggo molto, ma direi Come funziona la musica di David Byrne».

Takagi: «Buon ultimo, Open di Agassi».

Cartone animato?

Ketra: «Holly e Benji».

Takagi: «Conan il ragazzo del futuro».

Quando eravate bambini cosa sognavate di diventare da grandi?

Takagi: «Il benzinaio. Mi piaceva l’odore della benzina, e poi anche il fatto che avesse tanti soldi nel portafogli!».

Ketra: «Io il calciatore, ero centrocamp­ista in C1. Però il desiderio di vivere di musica era più forte ed è bello che ci sia riuscito».

Se vi chiamasser­o a fare i giudici in un talent?

Takagi: «Già successo, ma abbiamo declinato gentilment­e. Non abbiamo l’appeal di Mara Maionchi quando stronca qualcuno... La verità è che noi siamo forti in quello che facciamo. X Factor è un grosso sforzo di tempo ed energie che noi preferiamo mettere nei nostri progetti. E poi ci fa piacere non essere riconosciu­ti al supermerca­to...».

Con quale straniero vi piacerebbe collaborar­e?

Takagi: «Alicia Keys». Ketra: «Pharrell Williams».

E Mina?

Takagi: «Ormai è una gag, tutti sanno che ci ha rifilato un bel no. Avevamo immaginato per lei La luna e la gatta...».

Ketra: «Però è stato un bene perché siamo riusciti a mettere insieme Tommaso Paradiso, Calcutta e Jovanotti: la nuova e la vecchia scuola del cantautora­to pop italiano. Comunque a noi basterebbe anche solo bere un caffè con Mina!».

Cosa cantate sotto la doccia?

Ketra: «Sono stonato, ma mi butto lo stesso con Vedrai vedrai di Luigi Tenco e L’immensità di Don Backy».

Scusate, ma come diavolo siete arrivati a comporre una canzone per il Coro dell’antoniano?

Takagi: «Sono venuti a trovarci i dirigenti del coro e l’idea ci ha preso subito. Abbiamo chiarito però che non avremmo mai fatto una canzone tipo Il coccodrill­o come fa? Poi Tommaso Paradiso ha scritto un testo dolcissimo ed ecco Come i pesci, gli elefanti e le tigri».

Ketra: «Per me è stata una rivincita: da piccolo mi avevano rifiutato!».

Qual è il numero di telefono che non avreste mai pensato di avere nella rubrica del vostro cellulare?

Ketra: «Quello di Maradona! Me lo ha dato Gigi D’alessio. Eravamo a una cena epica a Malta, quando lui, vedendo quanto mi emozionava l’idea di sentirlo, lo ha chiamato e me lo ha passato. È tutto vero, c’è un video che lo documenta. Adesso ce l’ho in memoria come Diego Maradona, ma non lo userò mai».

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A sinistra Takagi, al secolo Alessandro Merli, milanese di 46 anni, con Ketra, cioè Fabio Clemente, di Vasto, 33 anni
Insieme A sinistra Takagi, al secolo Alessandro Merli, milanese di 46 anni, con Ketra, cioè Fabio Clemente, di Vasto, 33 anni
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