Corriere della Sera

Gli ordini dei medici: «Non faremo l’eutanasia»

- Margherita De Bac

Imedici non si renderanno autori di «atti fisici per somministr­are morte» ma accompagne­ranno il paziente fino all’ultimo istante per lenire il suo dolore, senza abbandonar­lo. La Consulta di bioetica della Federazion­e degli ordini dei medici (Fnomceo) chiarisce la posizione sul suicidio assistito già espressa dopo la sentenza con cui la Corte Costituzio­nale ha depenalizz­ato parte dell’articolo 580 sollevando dal reato chi aiuta il malato a togliersi la vita. Per il presidente della categoria Filippo Anelli «il medico assicurerà sempre le cure palliative per contenere il dolore, fino alla sedazione profonda, e sarà presente dopo il decesso, per certificar­lo. Però non saremo mai noi a compiere l’atto finale». Al centro rimangono il rispetto dei valori della vita e la dignità dell’individuo ma «non vogliamo opporci alla volontà di chi decide di concludere la propria esistenza ritenuta troppo penosa». C’è attesa per le motivazion­i della sentenza, di imminente pubblicazi­one. Solo dopo averne preso atto il Parlamento potrà a cominciare a lavorare su una legge specifica, richiesta dai giudici. L’iter comincerà dalla Camera, relatore Giorgio Trizzino, M5S: «Puntiamo su un testo moderato, ho raccolto da più parti consideraz­ioni ottimistic­he e vorremmo rassicurar­e chi ha timori». Il deputato dubita che tutti i medici si oppongano: «L’80% sono favorevoli. Il codice deontologi­co dovrà essere modificato».

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