Corriere della Sera

Il caso del Premio Tenco Divide la cover di Lauro

Criticata la presenza del rapper. «Incompreso come lui»

- Andrea Laffranchi

Se l’interpreta­zione è stata fuori fuoco, quello che conta è l’intenzione. L’altra sera al Premio Tenco Achille Lauro ha cantato «Lontano, lontano» di Luigi Tenco, sigla della manifestaz­ione nata per fare il controcant­o al Festival di Sanremo, accompagna­to al pianoforte da Morgan.

Nell’esibizione c’è stato più di un errore. Innegabile. Sui social sono piovute critiche e insulti, da Tenco «profanato» in su. Francesco Baccini, cantautore di successo a cavallo fra anni 80 e 90 quindi spesso in coppia con Povia e più recentemen­te autore di uno spettacolo su Tenco, ieri ha parlato di «pagliacci travestiti da artisti» e di un Tenco che «si rivolta nella tomba».

Verrebbe da chiedersi da quando il cantautora­to si sia trasformat­o in un talent televisivo dove si giudica l’intonazion­e. E dove fossero tutte le vestali del cantautora­to quando ● ll Club Tenco nasce nel 1972 per sostenere la canzone d’autore. Assegna ogni anno le Targhe ai migliori dischi e Premi alla carriera Tenco, ma anche altri cantautori, sono stati fatti a pezzi durante quei programmi.

Lauro era già stato messo nel mirino nei giorni precedenti. Gli eredi di Tenco si erano dissociati dall’organizzaz­ione dell’edizione che si è chiusa ieri (tra gli ospiti della tre giorni all’ariston ci sono stati Gianna Nannini, Manuel Agnelli, Daniele Silvestri, Eric Burdon, Levante, Nina Zilli, Sergio Cammariere) perché non accettavan­o «l’accostamen­to a altri festival musicali che nella maggior parte dei casi hanno interessi commercial­i» e «la partecipaz­ione di artisti ospiti che “non conoscono il mondo dei Cantautori”, specialmen­te qualora venissero incaricati di interpreta­re la sigla di apertura della rassegna», ovvero Achille Lauro.

Il trapper che sul palco di Sanremo quest’anno si è convertito al punk-rock con «Rolls Royce» (e un album interessan­te Tatuaggi Achille Lauro, 29 anni, durante il Premio Tenco. Vero nome Lauro De Marinis, ha esordito nel mondo della trap per poi passare a una versione punkrock con «Rolls Royce», brano presentato all’ultima edizione del festival di Sanremo come «1969») aveva risposto così: «A qualche persona fa strano pensarmi al Tenco perché non si conosce il percorso che ho fatto, tra canzoni pianoforte e voce o anche elettronic­i. Potrà sembrare strano, ma io sono un cantautore, scrivo le mie canzoni sui fogli di carta di un blocco. Non vengo da un genere, ho trent’anni e sto al passo con la musica contempora­nea. Forse con Luigi Tenco ho in comune una cosa, essere incompreso. Ascoltate le mie canzoni». Nel frattempo Lauro ha annunciato «1990,» progetto che guarda alla scena elettronic­a di quegli anni. Improbabil­e rivederlo su quel palco, l’anno prossimo almeno.

Al di là della personaliz­zazione della polemica, è in gioco il futuro del Premio e la sua capacità di rappresent­are la scena della canzone d’autore. Da un lato la manifestaz­ione fatica a togliersi di dosso la polvere accumulata negli anni che ha impedito, nonostante un cambio nella gestione, di cogliere, se non con ritardo, l’arrivo di una nuova generazion­e di cantautori. Dall’altro, al primo passo in una direzione diversa, forse anche provocator­ia, si trova i mitra degli ortodossi spianati. Il rischio è rimanere con gli stessi volti edizione dopo edizione.

Le proteste Critiche sui social alla versione di «Lontano lontano» presentata dal musicista

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L’autore ● Luigi Tenco (foto) è stato un cantautore, morto suicida nel 1967

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