Milan, Pioli punta sulla serenità «Basta ritiri, non servono più»
Il tecnico debutta a San Siro nel giorno in cui compie 54 anni: «Oggi mi sento preparato» Colloqui individuali, cene assieme. Con il Lecce però servono subito tre punti
MILANO La rivoluzione della normalità è nei dettagli, che poi dettagli non sono mai. Ieri niente ritiro, a Milanello è rimasto a dormire solo chi voleva. Roba vecchia che non serve più, la spiegazione di Stefano Pioli, che dopo questi primi dieci giorni da allenatore del Milan sembra avere le idee chiare su come risvegliare il Diavolo. Regola numero uno: meno pensieri più intensità. Regola numero due: meno tattica più entusiasmo. «I ritiri non sono più quelli di una volta, oggi i giocatori passano il tempo a smanettare con lo smartphone, restano ognuno per conto suo. E poi si convincono che tutto si risolva lì».
Per fare gruppo, meglio altre regole: pranzo e colazione sempre insieme, niente cellulare a tavola. «È un modo per responsabilizzare i giocatori. Bisogna essere professionisti sempre, ogni istante», chiude Pioli, che oggi compie 54 anni e chiede alla sua squadra di fargli lo stesso regalo che vorrebbero i 50mila tifosi che stasera arriveranno a San Siro, più gli altri svariati milioni in giro per il pianeta: battere il Lecce, magari in maniera convincente, per riaccendere la luce dopo le 7 giornate di buio pesto dell’era Giampaolo.
Pioli sa di non avere molto tempo. E quindi di non poterne perdere altro. Serve una svolta, una vittoria piena, una reazione concreta. Per poi sfruttare quello che potrebbe diventare l’effetto San Siro, visto che il Milan giocherà tre delle prossime quattro partite in casa: avversarie saranno Spal e Lazio, intervallate dalla trasferta all’olimpico con la Roma. Se c’è un momento per accelerare, è questo. Anche perché poi, prima della sosta di novembre, sarà l’ora di Napoli e Juve in serie.
Non ama le etichette, Pioli. E nella sua prima conferenza, durante la quale è apparso tonico e orgoglioso, come quando ha ribadito di reputarsi all’altezza dell’incarico («oggi mi sento un tecnico preparato, venti anni fa non era così, ho approfittato anche delle esperienze negative per migliorarmi») l’ha detto chiaro: «Le etichette piacciono ai giornalisti, a me non tanto». Slogan o meno, la sostanza è che il tecnico di Parma in questi giorni sta cercando di alleggerire la tensione, lasciando da parte la tattica — centrale durante la precedente gestione — per puntare più sulla mente. Con tanto di colloqui individuali, per entrare nella testa dei giocatori, specie quelli che la testa sembrano averla altrove da tempo. Tipo Piatek, che non segna su azione dalla stagione passata. Di lui Pioli e il Milan hanno un dannato bisogno. Stasera però il Pistolero rischia seriamente la panchina. Lo sfavillante Leao è in vantaggio per vestire la maglia da titolare come centravanti, il suo vero ruolo. In regia vedremo Biglia. In difesa Conti al posto dello squalificato Calabria.
«Se noi pensiamo di non meritare questa classifica è il momento giusto di dimostrarlo, spero che il Milan possa stupirmi» ha concluso Pioli. Un modo per caricare una squadra che non può essere davvero così brutta come è sembrata in questi primi due mesi. Il Lecce, 6 punti in 7 gare, due k.o. consecutivi, di certo non è il peggiore degli avversari possibili. Ma è disinvolto e va sempre all’attacco. Come il suo allenatore Liverani: «Nessuno cambia una squadra in dieci giorni».