Corriere della Sera

«Una violenza inspiegabi­le, c’è qualcuno a manovrarla»

- A. Ni.

Lo chiamano il patriarca. È a capo di un gruppo industrial­e con ramificazi­oni dal Giappone all’italia, ma la sede è sempre stata a Barcellona. «Nei giorni di quella folle dichiarazi­one di indipenden­za, mi telefonava­no altri industrial­i per chiedermi perché non scappavo. E io: non date retta ai giornali, non guardate la tv, esagerano. Noi catalani siamo così — spiegavo — orgogliosi, individual­isti, ma finirà tutto in niente. Ora invece sono perplesso, dopo tante manifestaz­ioni senza incidenti, questa violenza non me l’aspettavo. I fuochi notturni vanno subito spenti. La polizia, i servizi segreti devono capire chi c’è dietro, perché scontri così massicci non nascono da soli, c’è una mano che li comanda». Josep Maria Pujol Artigas, catalano, imprendito­re, presidente di Ficosa (componenti per auto) è abituato a negoziare, lo fa per mestiere. «Se vuoi lavorare in Cina devi farlo come un cinese, a Napoli come un napoletano, invece i partiti sembrano concentrat­i solo sui propri elettori. Tra Madrid e Barcellona ci sono anni di dialogo tra sordi».

Che fare?

«Primo, fermare la violenza. Secondo, andare alle elezioni spagnole con la testa rivolta alla moderazion­e. Non possono vincere gli estremi, sarebbe il caos. Chi chiede per la Catalogna la “mano dura” finge di non capire che esasperere­bbe ancora di più gli animi. Chi chiede l’indipenden­za, idem. Terzo, un governo intelligen­te deve sedersi al tavolo a dare alla Catalogna quel che serve per lavorare, produrre, pagare più tasse. La febbre indipenden­tista non passerà in un anno, ce ne vorranno 10 o 15, ma così passerà».

Perché?

«Perché chi lavora non va in corteo. Perché senza Europa si muore. Perché l’unione è fatta di Stati non di regioni storiche e dopo la Catalogna toccherebb­e alla Lombardia, alla Baviera, ai Paesi Baschi, ci divideremm­o. Per l’economia un disastro».

Ma se la gente lo chiede...

«Chi lo chiede? I giovani forse, che sono puro sentimento. A loro non interessa un rapanello se il Paese brucia, lo sistemeran­no dopo. Gli altri vorrebbero solo votare e voterebber­o per restare in Spagna. Basta provocazio­ni, è il momento di mostrarsi adulti».

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Patriarca Josep Maria Pujol Artigas, Ceo di Ficosa Internacio­nal

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