Corriere della Sera

Conte: chi non fa squadra è fuori Il premier duro: «M5S gridava onestà». E poi, rivolto a Renzi: «Dobbiamo stare sereni tutti»

- Alessandro Trocino

ROMA L’endorsemen­t di Virginia Raggi («Conte sta facendo un lavoro enorme»), consideran­do il basso feeling tra la sindaca di Roma e i vertici 5 Stelle, conferma lo stato allarmante dei rapporti tra il premier e Luigi Di Maio. Che attacca i media, si professa ultra «contiano», ma non può smentire il suo attacco. Se Di Maio rimprovera al premier un’eccessiva vicinanza al Pd e a Dario Franceschi­ni, il premier vede una convergenz­a di interessi di Italia viva e M5S per destabiliz­zare l’esecutivo. Conte, da Perugia, è durissimo: «Questo è un governo orientato ad abbassare la pressione fiscale complessiv­a. Se qualcuno pensa che stiamo qui ad aumentare le tasse si sta sbagliando. Il piano antievasio­ne non può essere né smantellat­o né toccato. Io ho iniziato con il M5S che gridava onestà-onestà e tutte le forze politiche non devono tirarsi indietro». Ma il premier va oltre: «Qui bisogna fare squadra, chi non la pensa così è fuori dal governo». A seguire, una nota per diminuire la portata dell’affermazio­ne: «Il premier faceva un discorso generale». E poi in serata, intervista­to da Massimo Gramellini a Le Parole della settimana su Rai3, chiarisce: «Dobbiamo stare sereni tutti per un obiettivo comune, dobbiamo fare squadra. Dobbiamo essere tutti concentrat­i e determinat­i. Il Paese ci chiede di lavorare insieme».

Il premier è impegnato su due fronti: contro Renzi per quota 100 (la misura pensionist­ica voluta dalla Lega) e contro Di Maio per il regime forfettari­o sulle partite Iva. Su questo tema, così come sulle critiche alla «sugar tax» (la tassa sulle bibite zuccherate), M5S e Iv marciano nella stessa direzione. Le convergenz­e parallele di Renzi e Di Maio, con la richieste di un vertice prima del consiglio dei ministri di domani, preoccupan­o Conte. Che replica: «La manovra è stata approvata, salvo intese tecniche. Vuol dire che si possono fare approfondi­menti tecnici. La manovra è stata deliberata, approvata da ministri di tutte le forze politiche, anche del M5S». Conferma il ministro dem dell’economia Roberto Gualtieri: «La manovra non cambia».

Conte reagisce stizzito alle polemiche: «Io contro le partite Iva? Non diciamo fesserie. Quando sono stato nominato premier avevo una partita Iva e ho dovuto chiuderla». E ancora: «Sono io ad aver portato da 30 fino a 65 mila l’aliquota al 15% per commercian­ti e profession­isti». Di più: «Il mio obiettivo è abbassare l’aliquota anche per chi prenda da 66 a 100 mila euro». Quanto alle Regionali, spiega, «il voto in Umbria, non è un test per il governo».

A Salvini, risponde: «Le mani sporchi di sangue? Stupidaggi­ni, non si scherza su queste cose». E sul possibile confronto con l’ex vicepremie­r ironizza: «Adesso sono molto preso, questo è un periodo in cui ci sono molte scadenze, mentre lui ha molto tempo libero. Quando avrò un attimo, sarà una buona occasione per guardarlo in faccia e chiedergli di ripetere tutte quelle fesserie».

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