Rivincita di Salvini in Umbria
Gli exit poll: il centrodestra domina. L’alleanza di governo PD-M5S fallisce la prova e fibrilla
Il centrodestra trionfa in Umbria da sempre roccaforte rossa: governata prima dal Pci, poi dal Pds e infine dal Pd. Ora — secondo gli exit poll — Donatella Tesei è la nuova presidente, sostenuta da Lega, Fratelli d’italia e Forza Italia. Con un distacco di circa 20 punti. Sconfitto Vincenzo Bianconi, candidato dal Pd e 5 Stelle. Il debutto della nuova coalizione giallorossa è stato largamente sotto le attese, e non si esclude che questo terremoto possa avere scosse di assestamento nel governo Conte. Mentre il leader del centrodestra Matteo Salvini parla di «impresa storica».
PERUGIA Dagli exit poll, si può dire che la grande spallata di Matteo Salvini è arrivata e l’esperimento di laboratorio giallorosso, invece, testato in Umbria per la prima volta a livello locale, è fallito nettamente.
I primi exit poll Rai di ieri sera, subito dopo la chiusura dei seggi, dicono infatti: Donatella Tesei in vantaggio di 20 punti (con una forbice che va dal 55,5 al 59%) sullo staccatissimo Vincenzo Bianconi (36,5-40,5%), al terzo posto si piazza l’ex sindaco di Assisi
Claudio Ricci (1,5-4,5) che ha corso da solo togliendo altri voti al centrodestra. E dunque è il trionfo assoluto di Donatella Tesei, senatrice uscente della Lega ed ex sindaco di Montefalco, candidata governatrice del centrodestra unito. E la disfatta di Vincenzo Bianconi, l’albergatore di Norcia scelto e sostenuto da Pd e M5S dopo lunga e faticosa selezione. «A occhio abbiamo fatto un’impresa storica», il primo commento di Matteo Salvini.
La foto di gruppo scattata a Narni nel giorno di chiusura con Bianconi in mezzo a Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza,
non ha portato i frutti sperati. Anche l’affluenza alle urne dice molto: alla chiusura dei seggi ha votato il 64,4% degli aventi diritto, in controtendenza rispetto al 2015 (quando alle 23 arrivò al 55,42) e quasi allo stesso livello del 2010 (65,38).
C’era tanta voglia di tornare al voto, dunque, dopo lo choc di “Sanitopoli” che nell’aprile scorso azzerò la Giunta. E la risposta dei cittadini a quanto pare non lascia dubbi: il centrosinistra, vecchio e nuovo, è stato punito.
«Daremo il primo avviso di sfratto al governo Conte 2», hanno ripetuto in coro nei giorni scorsi i leader del centrodestra ricompattato, Salvini, Meloni e Berlusconi, pensando già ai prossimi appuntamenti elettorali del 2020,
Emilia-romagna in testa a gennaio. «Non è un test di valore nazionale», hanno invece fino all’ultimo tentato di minimizzare i leader dell’inedita alleanza giallorossa finita a Palazzo Chigi.
Nelle precedenti regionali del 2015 la candidata del Pd, Catiuscia Marini, fu riconfermata presidente con il 42,78. Terzo si classificò il portavoce dei 5stelle Andrea Liberati col 14,30. Pd e grillini, insomma, sommati insieme conquistarono il 57%. Oggi, molto meno.