L’avvocata (ed ex sindaca) che ha fatto l’impresa: quel patto di Natale con Matteo
Leghista (di famiglia missina): riparto dai terremotati
PERUGIA È fatta, ha vinto, la senatrice della Lega Donatella Tesei. Anzi, ormai ex. «Rinuncerò a Palazzo Madama e alla presidenza della commissione Difesa, l’avevo promesso. Alle poltrone non ho mai tenuto. Da oggi il mio lavoro è in Umbria con tutti gli umbri, maggioranza e opposizione, nessuno escluso. E il mio primo pensiero va alla gente terremotata che dopo tre anni dal sisma sta ancora soffrendo, l’anniversario del 30 ottobre si avvicina, andrò da loro», annuncia la neo-governatrice della Regione, quando ormai è passata la mezzanotte e la vittoria è più dolce di Eurochocolate, la fiera internazionale del cioccolato che qui a Perugia ha appena chiuso i battenti.
Adesso dall’hotel Rosetta, dove quelli del suo comitato elettorale non si tengono più dalla gioia, la Tesei deve solo attraversare la strada, il corso Vannucci, trenta passi ed ecco di fronte c’è Palazzo Donini, la sede storica del Governatore, dove l’ha portata il vento forte della campagna di Matteo Salvini, che è piombato in Umbria anche l’ultimo giorno ad aspettare con lei l’esito dello spoglio. «Brava Donatella, è stato un trionfo», le dice Salvini. «Il merito è tuo, Matteo, che ci hai creduto, ricordi? Era Natale di due anni fa...». Proprio così. Quel giorno il leader della Lega, che aveva già messo l’umbria nel mirino, andò a trovarla a Montefalco, la patria del Sagrantino, proponendole un patto duraturo: candidatura al Senato nel 2018 e poi, eletta o meno, candidata anche alla Regione. Lei accettò.
Hanno avuto ragione entrambi. Per Salvini sicuramente questa è la notte della grande rivincita sul governo giallorosso. Aspettava questo momento dal 5 settembre scorso, il giorno del giuramento del Conte 2. Ma anche per la Tesei, 61 anni, avvocato cassazionista, si tratta di un’impresa. Nel 2009 espugnò la «rossa» Montefalco diventandone il sindaco. Ma adesso, dieci anni dopo, conquista addirittura la Regione, per 49 anni regno indiscusso del centrosinistra. Un capolavoro. Cinquantatré giorni di campagna elettorale in giro per circa cento tra borghi e frazioni senza fermarsi mai, «solo caffè e fette di strudel lungo la strada», ricorda la neo-governatrice in tailleur, che ieri mattina alle 11 ha votato nel seggio allestito presso la scuola media di Montefalco e poi ha pranzato con nuora, nipotina e i suoi due figli, Pierpaolo e Carlo Alberto, «che per fortuna non hanno dovuto lasciare l’umbria come tanti loro coetanei, costretti dalla mancanza di lavoro», sospira la senatrice leghista. La sua famiglia è missina (e grandi abbracci infatti a notte inoltrata anche con Giorgia Meloni), il suo padre politico è l’avvocato spoletino Domenico Benedetti Valentini, già deputato di Alleanza nazionale.
La polemica sul presunto enorme buco finanziario (un milione e 600 mila euro) lasciato a Montefalco prima di dimettersi non l’ha mai scalfita: «Solo un disavanzo tecnico di 375 mila euro e poco più, venite piuttosto a vedere come ho governato, ben 39 attività hanno aperto nel centro storico, in Umbria serve lavoro, non le chiacchiere». Ieri prima di salire a Perugia è andata a Deruta, il paradiso della ceramica, al funerale di un suo vecchio amico, l’ex sindaco Alvaro Verbena. Ora che ha vinto, promette, «in nome della competenza e della meritocrazia punterò innanzitutto sulla ricostruzione della sanità pubblica», devastata dallo scandalo di «Sanitopoli». Eppoi c’è l’aeroporto di San Francesco da potenziare, la strada E45 da sistemare, un sistema digitale ultraveloce da creare letteralmente dal nulla e soprattutto il brand Umbria da rilanciare: «Ho sentito tanto parlare di Ohio — l’avvicina scherzando un elettore davanti a Palazzo Donini — Presidente, piuttosto, si ricordi dell’olio. In Umbria, in questi giorni, aprono i frantoi».