Corriere della Sera

«Questa è una pagina di storia» Salvini passa subito all’incasso

A Perugia feste separate nei due quartieri generali del capo della Lega e di Giorgia Meloni

- DAL NOSTRO INVIATO Marco Cremonesi

PERUGIA «Venti punti venti punti venti punti». I leghisti mostrano le due dita a indicare le due decine di punti di distacco, almeno secondo i poll, tra la loro candidata Donatella Tesei e l’uomo del centrosini­stra Vincenzo Bianconi: «È la storia, siamo nella storia». Il più tranquillo di tutti è proprio Matteo Salvini che a pochi minuti dalla chiusura delle urne smonta un piatto di strangozzi al cinghiale: «C’è una buona aria…». Non per la sua dieta. Qualche minuto ancora e posta una foto con Tesei: «In Umbria stiamo scrivendo una pagina di storia: grazie». A stretto giro arriva anche il post della leader di FDI, Giorgia Meloni: «Abbiamo liberato l’umbria, ora liberato l’italia».

I poll raggiungon­o il leader leghista mentre ancora è a Roma, allo stadio, a rodersi il fegato per Roma-milan. Parla“gli no, appunto, di un distacco di una ventina di punti a favore della sua candidata. Meglio ancora dei sondaggi che circolavan­o negli ultimi giorni di campagna elettorale, che davano Tesei tra il 46 e il 58% e Bianconi tra il 34 e il 44%. Ma il risultato, il leader leghista se lo è costruito.

Forse mai Salvini si era impegnato così, mai tanto scientific­amente aveva studiato itinerari, temi e appuntamen­ti, battendo oltre cinquanta dei 92 comuni umbri. Con una comunicazi­one mirata e martellata su tutti i manifesti, su tutti i social media, ovunque potesse essere trasmessa: «Libera l’umbria». Con la regione «rossa» sistematic­amente descritta come una sorta di Unione sovietica in cui per decenni non era stato possibile muovere foglia senza che «il partito» lo volesse. In realtà, Salvini sapeva perfettame­nte che il monolite era fragile: «State andando al voto perché

altri” sono stati portati via dalla magistratu­ra». E comunque, già alle scorse regionali il centrosini­stra aveva prevalso per 13mila voti. Mentre il centrodest­ra ormai governa due comuni su tre, tutti i più importanti. Va detto che Salvini all’umbria si è appassiona­to davvero, al punto da pensare di comprarci casa, sia pure smentendo l’intenzione: «Non posso fare come Berlusconi che ovunque gli piaccia compra il villone». E i suoi se la ridevano: «Parla solo di Sagrantini e di Montefalco», il comune di cui è stata sindaco per due mandati Donatella Tesei.

La «liberazion­e» dell’umbria potrebbe portare a Salvini due benefit. Il primo, l’implosione dei 5 stelle. Fino a ieri mattina i leghisti lo ripetevano come un mantra: «Se il M5S va sotto al 10%, per Di Maio si apre la resa dei conti». A mano a mano che la giornata avanza, tutti cominciano a

In polo verde

Il segretario della Lega Matteo Salvini, 46 anni, ieri al suo arrivo a Perugia per festeggiar­e la vittoria di Donatella Tesei

(Ansa)

scommetter­e: «Non andranno oltre il 6 o 7 per cento». Salvini ci aveva fatto conto, perché i suoi glielo avevano detto: «La consultazi­one online per fare l’accordo con il Partito democratic­o svolta per la prima volta a livello nazionale ha mandato gli stellati fuori dai gangheri».

Secondo auspicio: «Se gli eletti del Pd in consiglio regionale fossero pochi come ci attendiamo, nulla di più facile che traslochin­o tutti sotto le bandiere di Italia viva». E pazienza se Matteo Renzi non ha partecipat­o alla competizio­ne Umbra: «Fantastico — dice uno stretto collaborat­ore di Salvini — sarà il primo partito ad avere il gruppo senza andare ad elezioni». Resta il fatto che la perdurante freddezza dentro il centrodest­ra si è manifestat­a anche ieri. Con Matteo Salvini a festeggiar­e la vittoria all’hotel Fortuna e Giorgia Meloni all’hotel La Rosetta, sede del comitato elettorale di Donatella Tesei. Risultato, la neo presidente si è ritrovata in imbarazzo diplomatic­o e ha dovuto dividersi, lasciare il suo comitato e spostarsi da un albergo all’altro, a poche decine di metri. Insomma, si vince insieme ma si esulta separati.

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