L’assalto nel tunnel, poi l’esplosione L’annuncio di Trump: «Ucciso Al Baghdadi»
Blitz al compound in Siria. Eliminato anche il vice
La moglie Una delle mogli del Califfo, catturata quest’estate, è stata usata come fonte
Collaborazione L’operazione sarebbe stata coordinata con Turchia e Iraq, I dubbi dei russi: nessuna prova
WASHINGTON «Vigliacco». Donald Trump lo ripete più volte nel discorso in diretta tv con cui ha annunciato al mondo l’uccisione di Abu Bakr Al Baghdadi, il leader dell’isis, il fondatore del Califfato. «Piangeva, gridava. Era terrorizzato. Altro che eroe, è morto come un codardo. Si è fatto esplodere, trascinando con sé tre bambini (probabilmente tre dei suoi sei figli, ndr)».
Sabato 26 ottobre, ore 17 a Washington, le 23 in Siria. Nella Situation Room della
Casa Bianca si raduna una specie di consiglio di guerra: il presidente, il vice Mike Pence, il Segretario alla Difesa, Mark Esper e diversi generali, tra cui Mark Milley,il coordinatore delle Forze armate Usa. È un’immagine che ricorda l’attacco a Osama bin Laden, con Obama e Hillary Clinton visibilmente preoccupata.
Pochi minuti dopo le 17 gli schermi cominciano a brillare. «Sembrava un film», dice Trump. Otto elicotteri della Delta Force sorvolano a bassa quota il villaggio di Barisha, vicino a Idlib, Nordovest della Siria, non lontano dal confine con la Turchia. La squadriglia è partita dalla base di Erbil, in Iraq e ha sorvolato lo spazio aereo controllato da russi e siriani. Hanno superato e «annientato» un debole fuoco di sbarramento. L’obiettivo è il compound dove si è barricato Al Baghdadi: la notizia è sicura. Le fonti sono due, secondo il New York Times: un corriere e soprattutto una delle mogli del Califfo, catturata questa estate dai curdi e poi interrogata, con tutta probabilità, anche da agenti della Cia.
Il blitz è rapido e violento. Molti miliziani di guardia vengono sbaragliati dalle mitragliere dei Chinooks. Il commando speciale entra, sfondando un muro del recinto. Qualcuno si arrende. Nel gruppo ci sono anche undici bambini. Ma dov’è il capo dei terroristi? Sta cercando scampo nella rete dei tunnel. Ne imbocca uno senza uscita. Il commando lo insegue, sguinzagliando i cani. È il momento più drammatico della caccia. Lo stesso Trump lo racconta così: «Era in preda al panico quel vigliacco, altro che eroe. Correva, gridava, piangeva. Indossava un giubbotto esplosivo: si è fatto saltare in aria, uccidendo anche i tre bambini che aveva trascinato con sé. Il tunnel è crollato, ma i nostri specialisti hanno rimosso le macerie, recuperato i resti del corpo ed eseguito test del Dna. Dopo 15 minuti abbiamo avuto la conferma: era lui. Questo mostro è morto in modo violento. Abbiamo recuperato materiale molto interessante sull’isis: stavano progettando diverse azioni».
Nello stesso giorno della fine del «califfo», in un altro raid nella provincia di Aleppo,è stato ucciso anche il suo vice e portavoce dell’isis, Abu Hassan al-muhajir. Trump ha rivendicato soprattutto per sé e per la propria amministrazione il merito: «Sono stato io che fin dal primo giorno ho detto: voglio Al Baghdadi. E poi anche Hamza, il figlio di Bin Laden». Dopodiché ha ringraziato più volte «la Russia» per aver consentito agli elicotteri di attraversare senza danni il corridoio aereo che porta a Idlib. «Erano curiosi, volevano sapere dove stessimo andando. Abbiamo risposto solo: vi piacerà quello che stanno facendo». Parole di gratitudine anche per la Turchia, l’iraq e perfino per la Siria: «Sono stati tutti eccezionali». Ma il ministero della Difesa di Mosca smentisce («Nessuna assistenza agli americani») e avanza dubbi addirittura sull’effettiva esistenza dell’operazione.
In realtà, secondo la ricostruzione del New York Times, il Pentagono stava studiando l’attacco da mesi. La spedizione è stata annullata almeno due volte all’ultimo minuto. La decisione di Trump di ritirare i militari dalla Siria ha complicato i piani, sia sul versante militare che su quello politico, visto il risentimento dei curdi, che però, hanno continuato ad affiancare l’intelligence di Washington.