L’era della «temporalità multipla». E arriva Fiorello
La tv è entrata definitivamente nella sua fase della «temporalità multipla». Un tempo lo «specifico» del piccolo schermo era la diretta. Oggi è difficile dire che temporalità incarni la tv, perché se ne fa interprete di molte e diversificate. E questo rende tutto più complicato. Certamente la «tv del giorno dopo», o della «settimana dopo» diventa sempre più importante: lo dimostrano i dati della «Total Audience» forniti da quest’estate da Auditel. Impossibile ormai limitarsi al rito delle dieci del mattino (quando Auditel pubblica il suo responso del giorno dopo) per stabilire vincitori e vinti.
Ora occorre aspettare anche giorni, perché il consumo online di tv è prevalentemente on demand. Dai dati analizzati in questi primi mesi di «Total Audience» emergono alcune evidenze che ci spiegano come la televisione sta cambiando. In meno di cinque mesi il numero degli «stream» televisivi (ovvero dei video) visti effettivamente online ha toccato i tre miliardi. L’inizio della stagione televisiva ha dato una spinta importante, con gli stream quasi raddoppiati, in una curva che cresce di settimana in settimana. D’altra parte, anche l’estate è stata, per così dire, anti-ciclica: ascolti tv tradizionali ridotti al minimo, ma fiammate di ascolti televisivi in Rete (nei giorni della crisi di governo). Cambia il tempo della fruizione della televisione anche nel corso della giornata. La curva televisiva classica ricorda un cammello, con due picchi a pranzo e in prima serata. Gli ascolti online e on demand riproducono solo in parte questi tempi del consumo, perché attenuano i picchi: è come se la tv online diventasse sempre più pervasiva, adatta a qualsiasi ora. Ma la cosa veramente
Trionfi e sconfitte
Diventa sempre più complicato stabilire trionfi e sconfitte in base agli ascolti tradizionali. Ora occorre aspettare anche parecchi giorni
impressionante è il valore dei cosiddetti «contenuti extra»: programmi come X Factor producono frammenti inediti che funzionano molto bene on line. Alcuni di questi raggiungono ascolti medi che iniziano ad avvicinarsi (o a superare) gli ascolti medi tradizionali.tutto questo contenuto diventa un importante strumento per la pubblicità. Ma gli editori saranno costretti a cambiare le loro logiche. La Rai — per ora un po’ assente — ci prova e riparte da Fiorello. A novembre Auditel è pronta a rilevare anche le app (come Raiplay), ma qualche editore frena: certamente il Fiorello digitale riporterà attenzione sul servizio pubblico (a patto che i suoi ascolti vengano censiti).