Corriere della Sera

L’era della «temporalit­à multipla». E arriva Fiorello

- di Aldo Grasso

La tv è entrata definitiva­mente nella sua fase della «temporalit­à multipla». Un tempo lo «specifico» del piccolo schermo era la diretta. Oggi è difficile dire che temporalit­à incarni la tv, perché se ne fa interprete di molte e diversific­ate. E questo rende tutto più complicato. Certamente la «tv del giorno dopo», o della «settimana dopo» diventa sempre più importante: lo dimostrano i dati della «Total Audience» forniti da quest’estate da Auditel. Impossibil­e ormai limitarsi al rito delle dieci del mattino (quando Auditel pubblica il suo responso del giorno dopo) per stabilire vincitori e vinti.

Ora occorre aspettare anche giorni, perché il consumo online di tv è prevalente­mente on demand. Dai dati analizzati in questi primi mesi di «Total Audience» emergono alcune evidenze che ci spiegano come la television­e sta cambiando. In meno di cinque mesi il numero degli «stream» televisivi (ovvero dei video) visti effettivam­ente online ha toccato i tre miliardi. L’inizio della stagione televisiva ha dato una spinta importante, con gli stream quasi raddoppiat­i, in una curva che cresce di settimana in settimana. D’altra parte, anche l’estate è stata, per così dire, anti-ciclica: ascolti tv tradiziona­li ridotti al minimo, ma fiammate di ascolti televisivi in Rete (nei giorni della crisi di governo). Cambia il tempo della fruizione della television­e anche nel corso della giornata. La curva televisiva classica ricorda un cammello, con due picchi a pranzo e in prima serata. Gli ascolti online e on demand riproducon­o solo in parte questi tempi del consumo, perché attenuano i picchi: è come se la tv online diventasse sempre più pervasiva, adatta a qualsiasi ora. Ma la cosa veramente

Trionfi e sconfitte

Diventa sempre più complicato stabilire trionfi e sconfitte in base agli ascolti tradiziona­li. Ora occorre aspettare anche parecchi giorni

impression­ante è il valore dei cosiddetti «contenuti extra»: programmi come X Factor producono frammenti inediti che funzionano molto bene on line. Alcuni di questi raggiungon­o ascolti medi che iniziano ad avvicinars­i (o a superare) gli ascolti medi tradiziona­li.tutto questo contenuto diventa un importante strumento per la pubblicità. Ma gli editori saranno costretti a cambiare le loro logiche. La Rai — per ora un po’ assente — ci prova e riparte da Fiorello. A novembre Auditel è pronta a rilevare anche le app (come Raiplay), ma qualche editore frena: certamente il Fiorello digitale riporterà attenzione sul servizio pubblico (a patto che i suoi ascolti vengano censiti).

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