Corriere della Sera

Grandi nomi e scoperte «Porte aperte a tutti»

Linzi: il messaggio è quello di avvicinars­i, qui non ci si annoia

- Di Raffaella Oliva

Dai grandi maestri della storia del jazz alle star della scena contempora­nea fino ai talenti emergenti. Dal primo al 10 novembre Jazzmi torna a Milano con 190 appuntamen­ti tra concerti, mostre, conferenze, proiezioni: prodotto da Triennale Milano Teatro e Ponderosa Music & Art con il club Blue Note, il festival coinvolger­à locali, teatri, cinema, musei, chiese, librerie, quartieri centrali e periferici. Il jazz non è un genere ostico ed elitario come molti credono, è l’idea di fondo. «Vorremmo rendere questa musica seducente per chi l’ha sempre vissuta da una certa distanza», spiega Luciano Linzi, direttore artistico della rassegna con Titti Santini. «Il messaggio è: avvicinate­vi pure, non vi annoierete».

Tra i luoghi clou, il Conservato­rio di Milano con tre leggende viventi: Herbie Hancock, 79 anni, pianista e compositor­e da 14 Grammy e un Oscar (il primo, già sold out); il virtuoso della chitarra John Mclaughlin, classe 1942 (il 2); Archie Shepp, a 82 anni ancora in giro con l’amato sax tra le mani (il 9). «Hancock e

Mclaughlin sono due dei più importanti allievi di quel Miles Davis di cui parla Birth of the Cool, documentar­io di Stanley Nelson che presentere­mo all’anteo», osserva Linzi. Non mancherà un «festival nel festival» per celebrare i 50 anni della ECM, l’etichetta di Jan Garbarek, Pat Metheny, Bill Frisell. «Ospiteremo artisti della sua scuderia come Enrico Rava, che festeggerà con noi i suoi 80 anni. E con una mostra di foto e copertine di dischi in Triennale, più vari incontri, raccontere­mo come questa label sia tutt’oggi in grado di proiettars­i nel futuro» spiega Linzi.

Lo sguardo verso gli anni a venire è elemento essenziale di Jazzmi, non a caso lo slogan di questa quarta edizione è «Jazz è pop». «Ciclicamen­te il jazz è dato per morto o ferito gravemente, in realtà è straordina­riamente vitale», afferma il direttore artistico citando La musica del cambiament­o (Il Saggiatore) del critico americano Nate Chinen, al centro di un incontro col giornalist­a Ashley Kahn il 7 in Triennale: «Un volume che ripercorre quanto accaduto al jazz nell’ultimo ventennio in termini di nuove proposte e contaminaz­ioni». E la trasversal­ità è la prerogativ­a di molti artisti di Jazzmi. Se i Taxiwars di Tom Barman, il leader dei DEUS, fondono jazz, hip hop e rock, il britannico Ghostpoet viaggia tra trip hop, industrial e spoken word (al Santeria Social Club rispettiva­mente il 2 e il 9).

Interessan­ti, poi, l’afrobeat dei Kokoroko (il 2 al Biko), il recupero di canzoni popolari haitiane della canadese Mélissa Laveaux (il 6 in Triennale), le reinvenzio­ni tra reggae e funk della sassofonis­ta Nubya Garcia (l’8 sempre in Triennale dopo l’icona Kenny Barron). Ma il calendario è ricco e accoglie anche la delicata vocalità di Melanie De Biasio, la pianista giapponese Hiromi, già al fianco di Chick Corea e Stanley Clark. E i nostri Guido Manusardi, Enrico Intra, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Paolo Jannacci e Stefano Bollani in coppia con Chuco Valdés. Oltre a un tributo a Modugno e a una sinfonia per 50 percussion­isti, coro e biciclette, il 3 al mercato comunale di piazzale Ferrara: il jazz scende per le strade, abbraccia la città.

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● Per orientarsi nel fitto calendario di Jazzmi è possibile usare la relativa applicazio­ne scaricabil­e gratuitame­nte da App Store e Google Play. Qui si trova l’intero programma strutturat­o secondo percorsi mirati, oltre ai link per acquistare i biglietti dei concerti a pagamento, con la possibilit­à di salvare i propri preferiti e di impostare un promemoria

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Il pianista Matthew Lee torna al Blue Note il 9/11 alle 21 e alle 23.30 con il nuovo show Rock’n’roll Sun
Acrobatico Il pianista Matthew Lee torna al Blue Note il 9/11 alle 21 e alle 23.30 con il nuovo show Rock’n’roll Sun

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