Corriere della Sera

Milan in retromarci­a

Rossoneri sconfitti all’olimpico. Di Zaniolo il gol decisivo

- Luca Valdiserri

On the road. Magari avrà qualche curva di troppo e ogni tanto una salita, ma la strada di Nicolò Zaniolo è una bella avventura e sarebbe piaciuta a uno spirito libero come Jack Kerouac. Il talentino criticato da Fabio Capello — ma da Sky garantisco­no che Nicolò piace molto al tecnico del terzo scudetto romanista e che le critiche erano costruttiv­e — mette la firma con il gol del 2-1 su una partita che dice tanto sul campionato.

Nell’ordine: 1) che il Milan sprofonda a -7 dal quarto posto (Napoli) e a -6 dalla Roma, che ha dominato lo scontro diretto; 2) che Giampaolo non era il vero problema del Milan e che Pioli non ha la bacchetta magica («Abbiamo fatto un passo indietro, c’è molto da lavorare: sono convinto che la squadra abbia qualità, ma a livello tecnico abbiamo fatto troppo poco»); 3) che Dzeko, oltre alla classe che tutti gli riconoscon­o, ha anche un cuore grande: ha segnato l’1-0 (corner di Veretout e «torre» di Mancini) colpendo di testa senza paura, nonostante la maschera protettiva che a quel punto se ne è andata per conto suo; 4) che Zaniolo ha un grande futuro, ma che Pastore è ancora presente: ha vissuto una serata da vero Flaco, giocando con stile e con coraggio, visto che era la terza partita in sette giorni per i suoi muscoli di seta.

Il 2-1 finale sta stretto alla Roma, che ha avuto almeno altre quattro occasioni nitide da gol: due parate alla grande da Donnarumma (su Pastore e Zaniolo) e due fallite per pochi centimetri da Smalling e Mancini su azione da corner. Anche il gol di Dzeko è venuto da calcio d’angolo, a dimostrazi­one che il Milan deve lavorare tantissimo sulla difesa a pallone alto. Ma non solo. La differenza in campo è stata netta e i rossoneri, che avevano trovato il pareggio con un tiro di Hernandez deviato da Smalling, hanno mantenuto l’1-1 solo per tre minuti. E pensare che la Roma veniva dalla fatica di Europa League, che aveva otto assenze pesanti e che, se il Milan avesse mantenuto più a lungo il pari, poteva crollare atleticame­nte nel finale. Fonseca, in pratica, non aveva cambi in panchina: tre sostituzio­ni e Florenzi non è stato usato.

Pioli è rimasto fedele al 43-3 iniziale, anche quando Piatek è entrato per il pallido Paquetà e Calhanoglu (uno dei meno peggio) è scalato a centrocamp­o. Fonseca è stato costretto a «lavorare» molto di più. Ha avuto di nuovo un grande rendimento da Mancini schierato a centrocamp­o e ha chiuso con una difesa a 5 dove ha fatto il suo esordio il turco Mert Cetin, che ha dato prova di personalit­à marcando Leao, che era passato sulla fascia sinistra. L’emergenza gialloross­a resta forte — ieri si è infortunat­o anche Spinazzola — ma il morale adesso è alto. Il 4° posto è a un solo punto di distacco e mercole

Roma, vittoria meritata La squadra di Pioli fa un passo indietro rispetto a 7 giorni fa

dì, nel turno infrasetti­manale, ci sono Napoli-atalanta e Udinese-roma. Fonseca, semmai, si è lamentato dell’anticipo al sabato di Roma-napoli, il 2 novembre: «Torneremo da Udine a notte fonda, non avremo nemmeno il tempo minimo di recupero».

Il Milan ha pensieri molto più prosaici. Parlare ancora di zona Champions sarebbe prendere in giro i tifosi. I rossoneri sono a 5 sconfitte in 9 giornate. Un numero che vale più di qualsiasi spiegazion­e e pesa come un macigno sulla gestione Boban-maldini.

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(Ap) Gol-partita Donnarumma osserva il pallone calciato da Zaniolo infilarsi alle sue spalle

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