Dalla Porta, il campioncino con in testa la nonna
Ha vinto la Moto3: «Il titolo è dedicato a lei». In Motogp trionfa ancora Marquez
Marc e Lorenzo: il primo, campione osannato della Motogp, che macina vittorie e schianta gli avversari; il secondo, neo iridato della Moto3, la classe minore del motomondiale.
Il primo ieri ha vinto la sua undicesima gara stagionale in Australia, sconfiggendo Viñales (caduto nel finale) e marcando la distanza dagli altri terrestri (Iannone sesto, Dovizioso settimo, Rossi ottavo, Quartararo eliminato in partenza dal povero Petrucci); il secondo s’è preso gara e titolo (che all’italia mancava dal 2004, l’anno di Dovizioso in 125). Non è precoce come Marquez, il 22enne Dalla Porta da Montemurlo, 19.000 anime tra Prato e Pistoia. Ma di stoffa ne ha e si vede. Inutile far paragoni, alla sua età il fenomeno aveva già messo in archivio 4 titoli. Lui ha appena cominciato il cammino tra i grandi. C’ha messo il suo tempo, Lorenzo, e non è stato rose e fiori, come ha ricordato umido di lacrime e prosecco, appena sceso dal podio: «Ne abbiamo passate tante, siamo una famiglia umile, ci sono stati anni in cui non sapevamo come fare, perché qui di
Festa Lorenzo Dalla Porta, 22 anni, toscano: ha vinto gara e titolo della Moto3 (Getty Images) soldi ne servono tanti».
Il plurale include babbo Massimiliano, presenza costante e importante. L’ha seguito dappertutto, ha pianto e gioito con lui. Soprattutto s’è rimboccato le maniche per farlo gareggiare. Passione e motori siedono alla stessa tavola a casa Dalla Porta (il padre possiede una pista per mini moto). E poi c’è, anzi c’era, nonna Nicoletta, morta alla vigilia della Thailandia, momento cruciale della stagione. «Il mio numero di gara, il 48, è il suo anno di nascita. L’anno prossimo in Moto2 userò il 19, per ricordare quello della sua scomparsa. Questo titolo è per lei». Il passaggio di categoria era già deciso, prima del duello con Canet, antagonista favorito dai pronostici, ma svanito sotto la pressione crescente del confronto (due cadute nelle ultime due gare).
A 22 anni qualcuno potrebbe credere che sia tardi, perché i campioncini ormai si allevano in fasce. Lui d’altronde era partito col piede giusto: nel 2015 debutta sulla scena iridata al posto di Isac Viñales, licenziato dal team Husqvarna. Alla terza gara arrivano i primi punti: ottavo a Silverstone, undicesimo a Misano. L’anno dopo, altre sostituzioni, l’ultima al posto di Romano Fenati nello Sky Racing Team VR46. Intanto conquista il Cev, il mondiale junior e fucina di talenti. Dopo il primo ingaggio ufficiale nel 2017, con Mahindra, nel 2018 ottiene il posto al team Leopard, orfano di Joan Mir migrato in Moto2.
Il resto è storia recente: una rincorsa cominciata a marzo in Qatar, sul secondo gradino del podio, e conclusa ieri a Phillip Island su quello più alto. Gara, vittoria e titolo: questione chiusa.