Corriere della Sera

Dalla Porta, il campioncin­o con in testa la nonna

Ha vinto la Moto3: «Il titolo è dedicato a lei». In Motogp trionfa ancora Marquez

- Paolo Lorenzi

Marc e Lorenzo: il primo, campione osannato della Motogp, che macina vittorie e schianta gli avversari; il secondo, neo iridato della Moto3, la classe minore del motomondia­le.

Il primo ieri ha vinto la sua undicesima gara stagionale in Australia, sconfiggen­do Viñales (caduto nel finale) e marcando la distanza dagli altri terrestri (Iannone sesto, Dovizioso settimo, Rossi ottavo, Quartararo eliminato in partenza dal povero Petrucci); il secondo s’è preso gara e titolo (che all’italia mancava dal 2004, l’anno di Dovizioso in 125). Non è precoce come Marquez, il 22enne Dalla Porta da Montemurlo, 19.000 anime tra Prato e Pistoia. Ma di stoffa ne ha e si vede. Inutile far paragoni, alla sua età il fenomeno aveva già messo in archivio 4 titoli. Lui ha appena cominciato il cammino tra i grandi. C’ha messo il suo tempo, Lorenzo, e non è stato rose e fiori, come ha ricordato umido di lacrime e prosecco, appena sceso dal podio: «Ne abbiamo passate tante, siamo una famiglia umile, ci sono stati anni in cui non sapevamo come fare, perché qui di

Festa Lorenzo Dalla Porta, 22 anni, toscano: ha vinto gara e titolo della Moto3 (Getty Images) soldi ne servono tanti».

Il plurale include babbo Massimilia­no, presenza costante e importante. L’ha seguito dappertutt­o, ha pianto e gioito con lui. Soprattutt­o s’è rimboccato le maniche per farlo gareggiare. Passione e motori siedono alla stessa tavola a casa Dalla Porta (il padre possiede una pista per mini moto). E poi c’è, anzi c’era, nonna Nicoletta, morta alla vigilia della Thailandia, momento cruciale della stagione. «Il mio numero di gara, il 48, è il suo anno di nascita. L’anno prossimo in Moto2 userò il 19, per ricordare quello della sua scomparsa. Questo titolo è per lei». Il passaggio di categoria era già deciso, prima del duello con Canet, antagonist­a favorito dai pronostici, ma svanito sotto la pressione crescente del confronto (due cadute nelle ultime due gare).

A 22 anni qualcuno potrebbe credere che sia tardi, perché i campioncin­i ormai si allevano in fasce. Lui d’altronde era partito col piede giusto: nel 2015 debutta sulla scena iridata al posto di Isac Viñales, licenziato dal team Husqvarna. Alla terza gara arrivano i primi punti: ottavo a Silverston­e, undicesimo a Misano. L’anno dopo, altre sostituzio­ni, l’ultima al posto di Romano Fenati nello Sky Racing Team VR46. Intanto conquista il Cev, il mondiale junior e fucina di talenti. Dopo il primo ingaggio ufficiale nel 2017, con Mahindra, nel 2018 ottiene il posto al team Leopard, orfano di Joan Mir migrato in Moto2.

Il resto è storia recente: una rincorsa cominciata a marzo in Qatar, sul secondo gradino del podio, e conclusa ieri a Phillip Island su quello più alto. Gara, vittoria e titolo: questione chiusa.

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