Anche l’idrogeno protagonista Toyota stacca tutti con la Mirai
Per vedere la nuova Toyota Mirai — seconda generazione della berlina a idrogeno prodotta dal 2015 e venduta, oltre che in Giappone, in California e in alcuni Paesi europei — il pubblico del Tokyo Motor Show 2019 non deve andare allo stand del marchio, ma a quello della Jama, l’associazione dei costruttori giapponesi. Un dettaglio poco importante? No, visto che la prima azienda automotive del Sol Levante (e del mondo: è in cima alla classifica delle vendite) si è pure tenuta alla larga dall’area espositiva dove si affollano gli altri marchi. Per raggiungerla bisogna prendere i bus a idrogeno che fanno da navetta, battezzati Sora (da escludersi che sia un omaggio alla Ciociaria), o gli ultracompatti BEV (acronimo di Battery electric vehicle) o ancora l’i-road, un incrocio tra auto e moto, elettrico. Con la scusa del trasferimento, provi la visione del futuro (ma attenzione: un futuro già su strada, sperimentabile, in qualche caso anche acquistabile) che spinge a tutta velocità il colosso giapponese. Infatti quando raggiungi «casa Toyota», nel Mobility Theme Park, scopri che il marchio non espone auto. Non le solite auto, almeno. Ma concept. Ed è lì, appunto, che trovi il concept della nuova Mirai, emblema di quell’ininterrotta ricerca sull’idrogeno che in Europa qualcuno bolla come visionaria (lo dicevano anche della Prius ibrida, nel secolo scorso). Sarebbe come se Mercedes al «suo» salone di Francoforte (o la Ford a Detroit, o la Peugeot a Parigi) portasse soltanto idee «folli» per il domani, anziché prodotti da vendere subito. Strano, ma allineato allo spirito dei tempi, immerso totalmente (coraggiosamente) nella transizione della mobilità verso formule più sostenibili e intelligenti.
I primi a esserne stupiti sono i media locali, ma i vertici
Toyota vogliono far capire il peso storico della sterzata. Shigeki Terashi, vicepresidente, parla di «elettrificazione trasversale», confermando di voler far marciare benzina, ibrido, ibrido plug-in e idrogeno con lo stesso impegno. «L’obiettivo — precisa — è produrre ogni anno, dal 2025, 5 milioni e mezzo di auto elettrificate. Vogliamo offrire soluzioni di mobilità a una società in cambiamento, nella quale l’età media aumenta e la libertà di movimento è in cerca di inedite declinazioni».
Non si tratta soltanto di parole. Sono fatti. Veicoli veri. Toyota fornirà il parco auto delle prossime Olimpiadi, estate 2020 a Tokyo, e coglierà l’occasione per mettere su strada la sua «visione». Ecco lo shuttle E-palette, elettrico con 150 km di autonomia e a guida autonoma di Livello 4. Ecco L’APM (Accessible People Mover), che trasporterà atleti e staff nell’ultimo miglio. Ecco l’ultra Compact BEV di cui abbiamo già parlato: 249 cm di lunghezza, 100 km a zero emissioni; modello che ha già una versione Business che a seconda della modalità di guida (Drive, Office, Relax) modifica la configurazione dei sedili per dare la massima ergonomia.
Tutti veicoli schierati al Motor Show accanto ad altre novità. Abbiamo accennato al concept Mirai. Più elegante ed equilibrata nello stile, con un abitacolo più spazioso (cinque posti, anziché quattro) e una plancia dominata