Corriere della Sera

Mazda Mx-30, l’iper-ecologica con sughero e plastica riciclata

- s.gan.

TOKYO «Non vogliamo fare fantascien­za, ma auto che si guidano», le parole di Youichi Matsuda, chief designer della nuova Mazda MX-30, sono la migliore sintesi della prima auto elettrica della Casa di Hiroshima. Già prenotabil­e, arriverà in Italia a partire dalla seconda metà del 2020 con un prezzo di lancio di 34.900 euro.

Evoluzione in versione EV della filosofia Kodo, o spirito del movimento, che contraddis­tingue il design Mazda, è una crossover dalle forme generose (4,39 di lunghezza, 1,79 di larghezza e 1,57 di altezza) e dalle linee piuttosto convenzion­ali. Il che per i suoi creatori è quasi un vanto: «Una macchina con una batteria, non una batteria con le ruote» è lo slogan che accompagna la neonata di Casa Mazda, che a tutti i costi vuole distanziar­si dalla corsa futurista di molte EV in uscita.

Troppo convenzion­ale, per essere un’auto di rottura? Abbiamo chiesto a Ikuo Maeda, responsabi­le del Global Design. «Non dovevamo essere differenti ad ogni costo solo perché si tratta di una elettrica - risponde - per noi è molto più importante l’artigianal­ità del prodotto».

La MX-30 è una «urban car» per accompagna­re i figli a scuola, fare avanti e indietro dal lavoro, muoversi nelle tante zone a traffico controllat­o. Anche per questo, sottolinea la project manager Tomiko Takeuchi, la piccola batteria a ioni di litio da 35,5 kwh «è per noi più che sufficient­e». Stando agli studi di Mazda, infatti, una vettura con batteria da 95 kwh emette nell’intero ciclo di vita più CO2 di un’auto equivalent­e con motore diesel. Quindi la soluzione gravita semmai sulla possibilit­à in un prossimo futuro di affiancare alla batteria di capacità inferiore un motore rotativo range extender Wankel per sopperire all’autonomia di appena 200 km. La MX-30 ha un frontale atipico e muscoloso, che si scarica su fiancate dalle linee molto pulite (la scelta stilistica, spiega Matsuda, è «togliere tutti gli elementi non essenziali», compresi i riflessi tipici dei modelli Mazda). Punti di forza sono le porte «freestyle», che si aprono ad armadio come un taxi inglese, la console flottante che ricrea la sensazione di movimento anche nell’abitacolo e i materiali ecososteni­bili utilizzati per gli interni, dal sughero raccolto dalla corteccia degli alberi senza abbattimen­to – che rimanda agli albori dell’azienda Mazda, nata 99 anni fa come produttric­e di sughero – alle fibre da realizzate con bottiglie di plastica riciclata per il rivestimen­to delle porte. Peculiare anche la scelta di un «sound» che ricorda il motore termico e si attiva nell’abitacolo in sincronia con la coppia del motore.

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