Lvmh, avanti su Tiffany Il nodo del prezzo
I componenti del consiglio di amministrazione di Tiffany invitano gli azionisti a stare fermi in attesa che gli avvocati analizzino la proposta di Lvmh. L’obiettivo è che ne arrivi una migliore rispetto ai 14,5 miliardi offerti per rilevare il capitale del gioielliere americano. È sul prezzo, infatti, che si giocherà la riuscita di quella che sarebbe la più importante acquisizione mai realizzata da Bernard Arnault con la sua Lvmh, che pure di operazioni ne ha fatte decine. Non a caso a Wall Street il titolo Tiffany ieri è andato oltre i 120 dollari per azioni che sono stati offerti dal colosso francese. Da un punto strategico il progetto ha senso e le persone sui due campi si conoscono bene, avendo già realizzato la cessione di Bulgari a Lvmh nel 2011. Rispetto al passato stupisce, però, che sia uscita una indiscrezione. Arnault ama i blitz, e così fu tra l’altro per Bulgari. Per questo ieri sul mercato ci si domandava da quale dei due fronti fosse uscito il rumor. Di certo, la mossa su Tiffany è una sfida aperta a Richemont, concentrato nella gioielleria, ma, allo stesso tempo, a tutto il mondo del lusso. La taglia sempre maggiore di Lvmh (che già ha ricavi per quasi 48 miliardi di euro), con il conseguente potere negoziale, pone, infatti, definitivamente i tanti marchi «solitari» di fronte a delle scelte. Che siano italiani o francesi.