Corriere della Sera

«Basta conflitti, il Pd va rifondato»

Il leader: la destra ha colto più di noi l’inquietudi­ne degli italiani Cambiamo, ora un soggetto plurale e aperto per dare risposte

- SEGUE DALLA PRIMA di Nicola Zingaretti

Si dice: è la globalizza­zione. Ma come sappiamo essa crea opportunit­à, insieme a tante fragilità e incertezze.

I cittadini impauriti vogliono ritrovare la loro «casa». La loro «casa interiore», protettiva e in grado di far loro esprimere i bisogni, i desideri e i talenti di cui sono dotati.

Non si vive senza una «casa».

La destra sovranista in tutto il mondo, e la Lega in Italia, propongono approdi forti e chiari.

Certo autoritari, regressivi e intollerab­ili per noi, illiberali e xenofobi. Ma sono approdi, forme cui aggrappars­i. Simboli identitari e sicurezze ideologich­e. Salvini è il migliore a raccontare e rappresent­are i problemi ma è il peggiore a risolverli. È un tifone di bugie raccontate con un sorriso.

Ma di fronte a questo, ecco l’enorme macigno che abbiamo dinnanzi, il centrosini­stra non è stato in grado di fare altrettant­o sulla base di un suo rinnovamen­to ideale, programmat­ico e identitari­o.

Negli anni nella dispersion­e ci abbiamo messo anche qualcosa di nostro: una storia di conflitti, separazion­i, di chiusure e a volte di egoismi: il rintanarsi nel proprio io, quando era essenziale far sentire al popolo la forza del noi e la voglia di sentirsi parte di una comunità.

Solo nel campo democratic­o è stata così forte la spinta a difendere le proprie posizioni in modo assertivo e solitario.

Ho avvertito a volte una resistenza politica, ma persino psicologic­a, ad aprirsi davvero a una ricerca libera per costruire un destino comune.

Per usare insieme la forza della critica e ritrovare un’identità comune. Il Pd in questo quadro «resiste». È allo stato attuale il solo partito «argine» all’avanzata impetuosa della destra. Ma si può andare avanti così?

Sbaglia chi lo vuole picconare, perché così si indebolisc­e la democrazia. Ma sbagliano anche tutte le derive conservatr­ici che ci rendono inadeguati a rispondere all’inquietudi­ne degli italiani.

E certo che a queste difficoltà non si risolvono con un partito monocultur­ale o del leader. Ma neanche con un arcipelago di confuse parzialità che ci portano a praticare una politica lontana dalla vita.

La giustizia sociale, la rivoluzion­e verde per lo sviluppo, che sono l’anima del nostro progetto alternativ­o alla destra, richiedono pensiero e cultura. E nel medesimo tempo forme di rappresent­anza più coinvolgen­ti e libere per i singoli iscritti. Per questo a Bologna a novembre apriremo un grande confronto politico e culturale su come pensiamo gli anni 20 del nuovo secolo.

Per questo dopo 12 anni di parole e auspici, ora con coraggio stiamo rimettendo mano in modo radicale allo statuto e alla forma partito.

Non si tratta di cambiare qualche regola ma di una scelta politica di fondo. Cambiare davvero tutto per dare alla democrazia italiana un soggetto plurale ricco e partecipat­o della politica. Per offrire in primo luogo ad una nuova generazion­e una opportunit­à di partecipaz­ione e battaglia collettiva. Rifondare il Pd per me significa in primo luogo questo: ricostruir­e una comunità aperta.

Sin dal momento in cui sono stato eletto segretario, ho fatto di tutto per garantire questo risultato e l’insieme delle nostre forze ha chiesto una svolta. Ora si tratta di scegliere insieme. E il mio impegno, fortissimo e sincero come leader del Pd, ha un senso solo se dalle generiche volontà si passerà alla realizzazi­one concreta di un nuovo Pd. Ripeto aperto, plurale e radicato.

Capace di coinvolger­e le forze migliori della società perché questo processo riguarda tutti coloro che amano la democrazia italiana.

 Salvini offre approdi autoritari, regressivi e intollerab­ili ma forti e chiari Ma di fronte a questo, il centrosini­stra non è stato in grado di fare un rinnovamen­to ideale, programmat­ico e identitari­o

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Nicola Zingaretti, 54 anni, è presidente della Regione Lazio dal 12 marzo 2013 e leader del Partito democratic­o dal 17 marzo 2019 (Lapresse)
Segretario Nicola Zingaretti, 54 anni, è presidente della Regione Lazio dal 12 marzo 2013 e leader del Partito democratic­o dal 17 marzo 2019 (Lapresse)

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