In serata la tregua: 8 milioni fino ad aprile, poi la gara. Gualtieri: cash back, 100-200 euro ai consumatori Scontro sui fondi per Radio Radicale Di Maio: «Diamoli ai terremotati»
Lo stop all’aumento dell’imposta di registro sulla casa. La marcia indietro sulla detraibilità delle spese sanitarie pagate in contanti, che si potranno ancora scalare dalle tasse. Un ulteriore ammorbidimento della stretta sulle partite Iva che versano le imposte con la Flat tax.
L’ennesimo vertice di maggioranza sul disegno di legge di Bilancio è tutto dedicato a dare un’altra limatina al capitolo fisco. Ma deve anche prendere atto dell’impossibilità, almeno per il momento, di cancellare o anche solo ridurre un tassa finora rimasta nascosta e che potrebbe pesare molto di più rispetto ai cosiddetti micro balzelli. Si tratta della stretta sulle auto aziendali che finirà per triplicare la tassazione a carico del lavoratore dipendente, per di più a prescindere dal loro livello inquinante. Nel vertice c’è stato il tentativo di disinnescarla ma alla fine ci si è dovuti fermare perché costerebbe 513 milioni di euro. Non proprio un dettaglio. Probabilmente ci si riproverà in Parlamento, aumentando il carico fiscale su giochi e sigarette.
Ma il tema che ha tenuto banco sul tavolo della maggioranza fino alla fine del vertice è stato un altro. Poco rilevante dal punto di vista economico, perché parliamo di 8 milioni di euro in una manovra da 30 miliardi. Ma di grande valore simbolico, anche nei rapporti di forza tra i due principali partiti della maggioranza. Nella bozza della manovra erano stanziati 8 milioni di euro l’anno nei prossimi tre anni per rinnovare la convenzione con Radio Radicale. E per tutta la giornata è stato scontro. «Quei soldi diamoli ai terremotati» diceva il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. «I fondi non si toccano, e lasciamo fuori i terremotati da polemiche politiche», ribatteva dal Pd Alessia Morani, sottosegretario allo Sviluppo.
La mediazione arriva alla fine del vertice, insieme ai 20 milioni in più per il rinnovo del contratto dei vigili del fuoco, tema cavalcato da Matteo Salvini. Gli 8 milioni di euro restano ma sono a tempo. Entro il 30 aprile 2020 il servizio svolto da Radio Radicale verrà messo a gara. Un bando al quale potrà partecipare anche, ma non solo, Radio Radicale. Di Maio, però, non molla la presa: «Così la smettiamo con questa mangiatoia di soldi pubblici per un’azienda a discapito delle altre. Abbiamo vinto su tutta la linea». Durante
il vertice ci sono anche momenti burrascosi quando lo stesso Di Maio ha detto di «voler togliere i finanziamenti ai giornali che in Italia non sono in grado di garantire la libertà» con Dario Franceschini e il Pd a criticarlo.
Sulla manovra ci sono ancora tanti nodi da sciogliere. Aiscat, le concessionarie autostradali, parla di «rischio blocco degli investimenti» per il limite dell’1% alla deducibilità degli ammortamenti. Ma il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, intervistato a Porta a porta, difende la misura: «È una limatura assolutamente sostenibile». Unatras, sigla degli autotrasportatori, annuncia invece il blocco dei Tir per il taglio del rimborso delle accise sul gasolio.
Il ministro Gualtieri intanto si dice «fiducioso sul giudizio di Bruxelles», confermando che dopo il via libera alla manovra si tornerà a discutere di Iva e Irpef con un «grande cantiere di riforma». Il ministro dice anche che il meccanismo del cash back, gli incentivi ai pagamenti con carta di credito e bancomat, dovrebbe «portare almeno 100200 euro l’anno a consumatore». Mentre il presidente del consiglio Giuseppe Conte — all’assemblea dell’ance, l’associazione dei costruttori — promette che ci saranno «meno tasse, meno burocrazia, meno evasione fiscale».