Corriere della Sera

Ricetta, carta, logo la festa di Motta: «Così un secolo fa è nato il panettone»

Un libro celebra il marchio creato nel 1919

- Di Sara Bettoni

● Acquisita da Nestlé nel ‘93, è passata nel 2009 a Bauli Spa, azienda presieduta da Michele Bauli (foto)

L a ricetta modificata per battere la concorrenz­a. Il «pirottino» chiave del successo. Le denunce per «presunte scorte maggiorita­rie» durante la Seconda guerra mondiale. Motta festeggia cent’anni di storia, indissolub­ilmente legata al panettone e alle festività natalizie. Lo fa con un volume con immagini d’epoca, un’introduzio­ne di Paolo Mieli e i saggi di Fabiana Giacomotti, che ripercorro­no i passaggi salienti della trasformaz­ione dell’azienda. Angelo Motta, pasticcere di umili origini, fonda la ditta artigiana nel 1919 a Milano ma solo nel 1921 arriva alla ricetta definitiva e all’aggiunta di quel tocco in più per «reggere» la pasta lievitata: la fasciatura di carta a corona, il «pirottino». Mossa vincente.

Ma non è solo questione di segreti dolciari. Il «scior Motta», uomo privo di licenza elementare, «capisce che deve circondars­i dei migliori per avere successo» racconta Giacomotti. E così affida a Melchiorre Bega, futuro autore della Torre Galfa, il progetto del Bar Motta in piazza Duomo a Milano, prende Dino Villani

come direttore della pubblicità, mentre esce dalla mano di Severino Pozzati, in arte Sepo, la grande M con la silhouette del Duomo.

L’azienda riesce a rimanere in piedi anche durante la Seconda guerra mondiale grazie a un piano di integrazio­ne verticale che le garantisce le materie prime. Così la produzione continua anche quando il burro è contingent­ato, sebbene la Motta debba rispondere in tribunale perché i concorrent­i denunciano la ditta per scorte che sarebbero più ampie di quanto concesso. Le bombe distruggon­o la pasticceri­a in piazza Duomo nel 1943, ma non frenano il successo industrial­e. Anzi, continua la crescita grazie al processo di ricostruzi­one impresso dall’iri e dal Piano Marshall e a prodotti innovativi, come il gelato confeziona­to da passeggio e la colomba pasquale. Eppure è al Natale che rimane strettamen­te ancorato il nome Motta. E sembra scritto nel destino del fondatore, che muore il 26 dicembre del 1957 così come farà il suo successore Alberto Ferrante otto anni più tardi.

L’azienda viene «statalizza­ta» nell’ambito della Sme, poi acquisita da Nestlé. Oggi è gestita dal gruppo Bauli, che ha scelto di far realizzare il libro commemorat­ivo (consultabi­le anche online) edito da Utet Grandi Opere per i tipi Fmr e presentato ieri a Milano alla

Amarcord Una storica locandina del panettone Motta e, sotto, Angelo Motta, fondatore dell’azienda

Terrazza Martini. «Motta ha unito gli italiani sotto un comune dolce tradiziona­le natalizio — dice Michele Bauli, presidente del Gruppo —, abbiamo voluto ricordarne la storia». Un dolce che a un secolo dalla nascita non stanca, come dimostra l’indagine di BVA Doxa: per il 56% degli intervista­ti non c’è Natale senza panettone, la ricetta originale è la preferita dal 43%.

L’azienda

Oggi è gestita dal gruppo Bauli: «Ha unito gli italiani con un dolce natalizio comune»

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