Utilitalia: più investimenti sull’acqua, ma Italia divisa
Aumentano gli investimenti nel settore idrico, ma l’italia resta ancora divisa in due, tra Nord e Sud, per livello di infrastrutture e percezione della qualità del servizio. Il nuovo Blue Book promosso da Utilitalia, realizzato dalla Fondazione Utilitatis con la collaborazione di Istat, fornisce i dati completi sul Servizio idrico integrato. Rispetto al totale della risorsa idrica utilizzata a livello nazionale, il consumo di acqua destinato agli usi civili rappresenta il 20%. La percentuale maggiore dell’acqua è destinata all’uso agricolo (51%). Da quando le competenze di regolazione e controllo sono passate all’authority per l’energia, Reti e Ambiente, gli investimenti hanno registrato una crescita costante, spiega il Blue Book, arrivando a 38,7 euro per abitante nel 2017 (+24% rispetto al 2012). Ma il livello delle infrastrutture, così come quello del servizio (molto o abbastanza buono per il 91,9% delle famiglie del Nord, per il 67% di quelli nelle Isole), non è omogeneo e si traduce in una spesa media mensile familiare diversa. I livelli più alti sono al Sud (16,87 euro) e al Centro (16,43), mentre il Nord è sotto la media (12,41 euro). Per il presidente di Utilitalia Giovanni Valotti «potenziare il sistema delle imprese idriche nel Mezzogiorno è la via obbligata per migliorare la qualità dei servizi. Serve un grande piano per il Sud che punti a far decollare l’infrastrutturazione».