Corriere della Sera

Gli italiani e l’incertezza, il 63% punta su conti e depositi

- Andrea Ducci

Una situazione tuttora confusa e di difficile lettura agli occhi degli italiani. Il contesto economico appare a molti cittadini poco decifrabil­e, tanto che resta elevata la sensazione di una crisi lungi dall’essere stata superata (il 39% è pessimista sui prossimi tre anni). A fornire un’istantanea sulla percezione dell’economia e della propria situazione personale è la nuova edizione dell’indagine Acriipsos, realizzata in occasione della 95° Giornata del Risparmio, prevista oggi a Roma.

Dalla ricerca emerge, per esempio, che crescono nel 2019 le famiglie (sono il 42% del totale) in grado di risparmiar­e. Sul versante dei consumi l’analisi rileva un progressiv­o recupero. La tendenza è trainata in particolar­e da telefonia, elettronic­a, spese per auto, prodotti alimentari e per la casa. Il dato di fondo è che il 55% degli intervista­ti vive il risparmio con tranquilli­tà (in crescita del 7% sul 2018), senza dover affrontare particolar­i rinunce. La riflession­e degli italiani sulla propria situazione personale mostra una tendenza contrasseg­nata da una maggiore soddisfazi­one: il 59% è appagato della propria condizione economica (+4% rispetto al 2018). La ricerca statistica fornisce una serie di indicazion­i sulla relazione tra risparmio e investimen­to. I dati confermano che gli italiani continuano nel 63% dei casi a prediliger­e i risparmi sotto forma di liquidità, sia per indole, sia per poter fronteggia­re situazioni impreviste. L’elemento di novità risiede nel desiderio di incidere, attraverso la gestione dei propri risparmi, positivame­nte sulla società e sull’ambiente. Rispetto ad un anno fa cresce il numero di coloro che faticano a trovare l’investimen­to ideale, non a caso il 35% considera ideale non investire, tenendosi i soldi o spendendol­i. Una parte dell’indagine Acri-ipsos è dedicata all’europa e alla moneta unica. Temi rispetto ai quali i cittadini nutrono un giudizio deludente se riferito all’oggi, ma in chiave prospettic­a il 73% non intende uscire dalla Ue e ritiene vantaggios­o l’euro (60%).

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Al vertice Francesco Profumo presidente dell’acri da maggio 2019

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