Corriere della Sera

Anche l’universo bianconero ha i suoi limiti Conte li sfrutti

- Di Mario Sconcerti

Anche la Juve è stanca ed anche la Juve ha giocatori che si stanno velando. Cristiano Ronaldo è meno presente, Bernardesc­hi marca il regista avversario per togliere lavoro proprio a Ronaldo ma resta in mezzo un po’ vuoto, senza altri compiti. Bentancur non è all’altezza di Pjanic. Manca attenzione ai dettagli, molti buoni tiri non diventano occasioni per superficia­lità. Anche l’universo della Juventus ha i suoi limiti di forma come soltanto Conte ama ogni tanto dimenticar­e. La svolta viene dalla partita di Napoli dove si fermano entrambe le squadre e aggiungono punti al loro distacco. La classifica si piega, Juventus e Inter sono adesso alla prima vera fuga della stagione, 7 punti sulla Roma, 8 su Napoli e Lazio. Cambiano i loro avversari, Napoli e

Atalanta si frenano a vicenda, mostrano piccoli limiti di fondo. Torna nel corteo tutto il rumore di Roma città, specialmen­te la squadra di Zaniolo, giocatore che non abbiamo mai avuto in Italia non fosse altro per il suo metro e novanta, la sua differenza atletica e i piedi da trequartis­ta che riescono a gestirne la potenza. La Roma è una squadra a volte confusa perché attacca con chiunque e in modo poco lineare. Ma la sua confusione finisce nei giorni buoni per travolgere anche gli avversari. Così, quasi silenziosa­mente, le avversarie migliori stanno scivolando tutte lontano. Se Conte ha problemi, pensi a quanti possono averne il Brescia appena incontrato e almeno altre quindici squadre italiane che non hanno Lukaku capace di segnare all’improvviso da

trenta metri. In più sta trovando sulla strada una Juventus che resiste ma non insiste. Le manca la forza popolare che aveva, col Genoa è andata a un passo da perdere la testa del cammino. E non ha ancora un volto preciso in nessun reparto. È solo la più forte, ma non dà sicurezze, non c’è il solito dominio tecnico, non sono molte le idee diverse. L’inter è più umile e si distrae meno. Dieci giornate dicono che è all’altezza. È saltato il Torino, due punti nelle ultime cinque partite, non ha più una caratteris­tica sua, una squadra sommersa dalla qualità lineare della Lazio. Scompare anche la vecchia Samp. Non ha fortuna ma nemmeno gioco. Il tempo per tirarsi fuori c’è, ma equivale ormai a quello di rimanerci dentro.

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