Corriere della Sera

Rialzarsi o andare a fondo

Con la Spal come uno scontro salvezza, Pioli: «Voglio gente arrabbiata». Piatek torna titolare

- Milano, ore 21 Carlos Passerini

MILANO Scontro salvezza. Va chiamato col suo nome, altrimenti è peggio, perché di tutto ha bisogno adesso questo povero Diavolo tranne che di mentire a se stesso, di negare l’evidenza, di raccontars­i menzogne. L’ha fatto per tre mesi, credendosi diverso da quello che in realtà era, migliore, più forte, e il risultato è una classifica spaventosa, da brividi. Tre punti sulla zona retrocessi­one, alla vigilia della decima partita, quindi a un quarto del campionato, sono la prova incontrove­rtibile di una crisi. Che è profonda, ma non irreversib­ile. Ecco perché contro la Spal stasera davanti ai 45mila di San Siro non si può fallire, ecco perché non c’è altro risultato utile diverso dalla vittoria. Dovesse arrivare un altro flop, si aprirebber­o scenari terribili. Il calendario prevede in serie Lazio, Juventus, Napoli. Un Everest.

Rialzarsi o andare a fondo, una via di mezzo non c’è. Nemmeno con Pioli la svolta tanto attesa è arrivata, segno che il problema non era, non è, l’allenatore. Ma la squadra.

Rivincita Kris Piatek, 24 anni, al Milan dal gennaio scorso, 3 gol in 9 partite in stagione (Afp)

Che ha limiti enormi, prima ancora mentali che tecnici.

In queste prime due settimane di lavoro il nuovo tecnico ha cercato di dare un ordine, di costruire un’idea di gioco semplice ma efficace. Il problema è che questo gruppo va prima riacceso nella testa, nell’anima, nel cuore. «In questo momento non possiamo essere la squadra migliore del campionato dal punto di vista tattico né tecnico, quindi dobbiamo esserlo nello spirito» ha detto Pioli alla vigilia della sfida crocevia di San Siro. Andare oltre i limiti ritrovando la rabbia e l’orgoglio, questo il pensero del tecnico rossonero: «Dobbiamo essere arrabbiati, siamo migliori di punti sopra la zona retrocessi­one per il Milan: in 9 partite ha già perso 5 volte quello che si è visto, noi non siamo questi».

Lo slogan è efficace. E condivisib­ile, perché questo Milan non può essere davvero brutto come sembra. Ha limiti, sì, ma non insuperabi­li. Il tunnel non è per forza infinito. Se ne può uscire. Occorre però cambiare qualcosa, perché troppi giocatori stanno rendendo poco e male. Non è un caso che Pioli, che progetta per dopo la sosta la difesa a tre, stia preparando per stasera una mezza rivoluzion­e, funzionale anche al fatto che domenica si giocherà di nuovo. Ci saranno almeno tre cambi rispetto all’olimpico, rivedremo con ogni probabilit­à Piatek in attacco e Bennacer in regia, mentre in difesa a destra toccherà a Duarte. Per

Pioli

Noi siamo migliori di quello che siamo adesso. Non siamo questi e dobbiamo farlo vedere a tutti. Serve uno spirito diverso, soprattutt­o la rabbia

Rivoluzion­e

Leao bocciato dopo il flop dell’olimpico, Bennacer torna in regia al posto di Biglia

il ruolo di esterno destro Ballottagg­io Suso-castillejo.

La Spal sta bene, il pari col Napoli ha dato coraggio. A San Siro ha vinto una volta sola, nel 1957, 0-1, gol di Di Giacomo. Semplici ci crede e sogna il bis: «Il Milan è in difficoltà, approfitti­amone».

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