Velocità e paesaggio, Milano corre
Battezzata la City Marathon. Sala: «Un bene per tutti». Cairo lancia l’idea di una staffetta con il sindaco
MILANO Fino a qualche anno fa le maratone a Milano erano considerate un brutto impiccio per il traffico. La città si sentiva in gabbia e alle gare, che nascevano per scimmiottare New York, si iscrivevano i pochi invasati della corsa col cronometro in mano. Oggi quel mondo si è rovesciato. «Abbiamo capito che una città accogliente deve organizzare questi eventi, perché è un bene per tutti», dice il sindaco Beppe Sala. E così il 5 aprile alla Milano City Marathon, che compie vent’anni facendo cifra tonda nel 2020, si aspettano 40 mila persone, tra gara principale (obiettivo 10 mila, erano 7623 un anno fa), staffette e corsa baby.
Quella presentata ieri mattina nell’auditorium della Torre Generali di Milano è un’edizione ambiziosa. Che piacerà ai runner con la dinamite nelle gambe, ma anche a quelli che della maratona amano il lato più paesaggistico. La mappa, svelata ieri, racconta di un percorso con tracciato ad anello, calamita per i turisti del running. Partenza e araprile rivo da Porta Venezia, passando per i punti più iconici della città, con l’attraversamento della piccola Manhattan di Citylife, del Parco Sempione e, se i lavori di restyling saranno terminati in tempo, anche il passaggio all’interno dell’arena Civica.
L’evento, organizzato da Rcs Sports & Events, si spalmerà sul weekend, con la staffetta, la gara per i bambini e il «Milano Running Festival», il contorno festaiolo di cui la città proprio non può fare a meno. «La Milano City Marathon ormai è diventata uno degli appuntamenti sportivi più attesi di Milano — spiega il presidente di Rcs Mediagroup Urbano Cairo —. I partner coinvolti fanno ulteriormente capire la forza e il respiro di carattere internazionale del progetto. Con due menischi rotti non me la posso permettere, ma mi piacerebbe partecipare alla staffetta, magari al fianco del sindaco Sala».
Il successo lo spiegano i numeri: una crescita di oltre il 70 % negli ultimi tre anni, con 13 mila bambini che hanno partecipato alla Bridgestone School Marathon, la corsa non competitiva dedicata ai più piccoli, giunta lo scorso al suo quinto anno.
Un’edizione quella del 2020 che proverà ad essere a impatto zero e che cercherà di risultare più veloce possibile per attirare anche i campioni della specialità, magari gli stessi che hanno abbattuto a Vienna il muro delle due ore. L’anno scorso il keniano Ekiru Titus stabilì in 2h 04’46’’ il record cittadino. «È un evento sportivo che abbraccia la città: non solo sport, ma condivisione e solidarietà. Per questo siamo lieti di rinnovare la collaborazione, affinché al messaggio di una vita sana da perseguire anche attraverso lo sport si accompagni quello di un evento aperto a tutti e sostenibile», dice Gabriele Galateri, presidente di Generali, per il secondo anno consecutivo è title sponsor della maratona. Una corsa dall’alto tasso benefico, con il Charity Program che, con oltre un 1,3 milioni di euro donati, colloca la corsa meneghina tra i primissimi eventi sportivi charity nel panorama europeo.