Corriere della Sera

Velocità e paesaggio, Milano corre

Battezzata la City Marathon. Sala: «Un bene per tutti». Cairo lancia l’idea di una staffetta con il sindaco

- Stefano Landi

MILANO Fino a qualche anno fa le maratone a Milano erano considerat­e un brutto impiccio per il traffico. La città si sentiva in gabbia e alle gare, che nascevano per scimmiotta­re New York, si iscrivevan­o i pochi invasati della corsa col cronometro in mano. Oggi quel mondo si è rovesciato. «Abbiamo capito che una città accoglient­e deve organizzar­e questi eventi, perché è un bene per tutti», dice il sindaco Beppe Sala. E così il 5 aprile alla Milano City Marathon, che compie vent’anni facendo cifra tonda nel 2020, si aspettano 40 mila persone, tra gara principale (obiettivo 10 mila, erano 7623 un anno fa), staffette e corsa baby.

Quella presentata ieri mattina nell’auditorium della Torre Generali di Milano è un’edizione ambiziosa. Che piacerà ai runner con la dinamite nelle gambe, ma anche a quelli che della maratona amano il lato più paesaggist­ico. La mappa, svelata ieri, racconta di un percorso con tracciato ad anello, calamita per i turisti del running. Partenza e araprile rivo da Porta Venezia, passando per i punti più iconici della città, con l’attraversa­mento della piccola Manhattan di Citylife, del Parco Sempione e, se i lavori di restyling saranno terminati in tempo, anche il passaggio all’interno dell’arena Civica.

L’evento, organizzat­o da Rcs Sports & Events, si spalmerà sul weekend, con la staffetta, la gara per i bambini e il «Milano Running Festival», il contorno festaiolo di cui la città proprio non può fare a meno. «La Milano City Marathon ormai è diventata uno degli appuntamen­ti sportivi più attesi di Milano — spiega il presidente di Rcs Mediagroup Urbano Cairo —. I partner coinvolti fanno ulteriorme­nte capire la forza e il respiro di carattere internazio­nale del progetto. Con due menischi rotti non me la posso permettere, ma mi piacerebbe partecipar­e alla staffetta, magari al fianco del sindaco Sala».

Il successo lo spiegano i numeri: una crescita di oltre il 70 % negli ultimi tre anni, con 13 mila bambini che hanno partecipat­o alla Bridgeston­e School Marathon, la corsa non competitiv­a dedicata ai più piccoli, giunta lo scorso al suo quinto anno.

Un’edizione quella del 2020 che proverà ad essere a impatto zero e che cercherà di risultare più veloce possibile per attirare anche i campioni della specialità, magari gli stessi che hanno abbattuto a Vienna il muro delle due ore. L’anno scorso il keniano Ekiru Titus stabilì in 2h 04’46’’ il record cittadino. «È un evento sportivo che abbraccia la città: non solo sport, ma condivisio­ne e solidariet­à. Per questo siamo lieti di rinnovare la collaboraz­ione, affinché al messaggio di una vita sana da perseguire anche attraverso lo sport si accompagni quello di un evento aperto a tutti e sostenibil­e», dice Gabriele Galateri, presidente di Generali, per il secondo anno consecutiv­o è title sponsor della maratona. Una corsa dall’alto tasso benefico, con il Charity Program che, con oltre un 1,3 milioni di euro donati, colloca la corsa meneghina tra i primissimi eventi sportivi charity nel panorama europeo.

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Il keniano Titus Ekiru, vincitore dell’edizione 2019 della Milano City Marathon. L’edizione 2020 si correrà il prossimo 5 aprile (Lapresse)
Vincitore Il keniano Titus Ekiru, vincitore dell’edizione 2019 della Milano City Marathon. L’edizione 2020 si correrà il prossimo 5 aprile (Lapresse)

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