Corriere della Sera

Plastica e auto, tasse verso il rinvio

Allo studio il posticipo di un anno a saldi invariati della manovra: due tavoli tecnici con le imprese coinvolte

- Mario Sensini

ROMA «Dobbiamo restituire razionalit­à a questa discussion­e, stiamo parlando di un miliardo e settecento milioni su trenta». Domani la manovra di bilancio del 2020 arriverà in Parlamento, dove la maggioranz­a annuncia un diluvio di emendament­i sulle nuove tasse, e ai suoi interlocut­ori il titolare dei conti pubblici Roberto Gualtieri, anche un po’ contrariat­o, non nasconde le sue preoccupaz­ioni. Questo clima di conflittua­lità non fa bene al governo né all’economia, continua a ripetere ai collaborat­ori, ai suoi viceminist­ri e sottosegre­tari, nei contatti con Palazzo Chigi. Invita tutti alla calma, a trovare un quadro un po’ più ordinato del dibattito, ma anche coerenza. E si prepara alla mediazione per superare un’impasse che può diventare pericolosa, fino a mettere a rischio i saldi della manovra, che per il ministro non devono essere toccati. Anche ipotizzand­o un rinvio, forse al prossimo anno, delle tanto discusse tasse.

La mediazione

Di sicuro la stabilità, compresa quella del governo, non può essere messa a rischio dalla tassa sulla plastica e sulle auto aziendali. Meno la prima della seconda, a Gualtieri non piacciono. Le hanno tirate fuori gli altri alleati dopo aver detto no, in serie, ad un marginale riallineam­ento delle aliquote Iva, che avrebbe ridotto il costo della sterilizza­zione, alle tasse sulle sigarette elettronic­he, alla rimodulazi­one delle imposte di registro per vecchie e nuove case, che sarebbe servita anche per ragioni di equità. Nonostante la sorpresa per la guerra che si è scatenata nella maggioranz­a quando, alla fine, plastic tax e stretta sulle auto aziendali sono entrate nel testo, Gualtieri è convinto che il problema sia superabile.

Due tavoli tecnici

L’idea su cui si sta lavorando al Tesoro, mentre anche Laura Castelli del M5S ha ammorbidit­o la linea, è quella di un approfondi­mento e di un rinvio, forse di un anno, della stretta sui fringe benefit e se necessario anche dell’imposta sulla plastica. Aprire due tavoli tecnici e coinvolger­e nel confronto le imprese dei settori interessat­i. Se qualcosa deve essere fatto, dicono a via XX Settembre, deve essere fatto bene, anche perché queste due decisioni hanno riflessi importanti. Sulle auto aziendali, si dice al Tesoro, qualcosa va fatto perché in fondo sono sussidiate con i fondi pubblici. Ma un conto è dare tempo alle imprese per rinnovare il parco delle automobili, altro è imporre un aumento delle tasse dall’oggi al domani, col rischio di spiazzare e danneggiar­e tutti. Dai contribuen­ti, che non avrebbero possibilit­à di scampo, all’intero settore dell’automobile, che non si è ancora adeguato al regime delle tasse ecologiche introdotto dal 2019.

Risorse alternativ­e

Se la tassa sulle bevande zuccherate può andare bene come è stata disegnata, anche quella su imballaggi, bottiglie e tappi di plastica, secondo il Tesoro, potrebbe essere studiata meglio, e definita dopo un approfondi­mento tecnico.

Le imposte su cui oggi si infiammano i partiti valgono appena 1,7 miliardi sui 30 della manovra, ma la conflittua­lità politica può avere un costo molto maggiore, ed è possibile trovare risorse alternativ­e a quelle tasse. Anche se bisognerà avere coraggio di fare delle scelte, perché non si può dire di no a tutto, oppure proporre qualcosa e poi prenderne le distanze.

I saldi non si toccano

La manovra in Parlamento può cambiare, senza per questo essere stravolta. L’importante è recuperare coerenza, misura e razionalit­à nel dibattito politico. Oltre, naturalmen­te, a rispettare gli impegni presi con la Ue. Il negoziato del Tesoro con la Commission­e procede bene e a Bruxelles nessuno, fin qui, ha minacciato bocciature. Ma la dimensione della manovra, il suo impatto sui conti, l’obiettivo di deficit del 2,2% per l’anno prossimo, secondo Gualtieri, sono impegni inderogabi­li. Tradirli significhe­rebbe tornare nel marasma.

 ??  ?? Al vertice
Roberto Gualtieri, 53 anni, ministro dell’economia e delle Finanze da settembre. Ex deputato europeo del Pd
Al vertice Roberto Gualtieri, 53 anni, ministro dell’economia e delle Finanze da settembre. Ex deputato europeo del Pd

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy