New York ferma il processo per il super-diamante italiano
Il gioiello degli Angiolillo e l’asta contestata. Il figlio: resto ottimista. Vespa: su Maria non l’ho mai visto
Il diamante rosa sfoggiato al dito da Maria Girani Angiolillo, signora dei salotti e di un’italia che non c’è più, è tornato ieri in prima pagina, coi suoi misteri insoluti. «Christie’s ha venduto un diamante da 40 milioni rubato?», ha titolato il New York Times. Il 6 novembre, doveva iniziare a New York il processo civile davanti alla giuria popolare. Tutto rimandato: la Corte d’appello l’ha sospeso per precauzione, accogliendo il ricorso della casa d’aste, che contesta due sentenze, ovvero che la giurisdizione sia americana e non svizzera e che la pietra appartenesse al defunto fondatore del quotidiano Il Tempo, Renato Angiolillo, anziché a sua moglie. Il diamante da 34,65 carati fu battezzato «Princie Diamond» in onore del «principino» figlio di Sita Devi, maharani di Baroda, la terra della miniera indiana di Golconda e di pietre leggendarie come il Koh-i-noor.
Ed è il pezzo più pregiato di un tesoro in gioielli da 200 milioni di euro. Quando Maria Angiolillo muore, nel 2009, ormai vedova dal ‘73, i figli di primo letto del marito, difesi dall’avvocato Luigi Iosa, denunciano la scomparsa delle gemme e ne rivendicano l’eredità. Indagano un paio di procure, ma il Princie spunta a New York grazie a un’inchiesta del Corriere e di Io Donna, che nel 2013 dimostrano che il diamante all’asta è lo stesso che la signora indossò per 40 anni alle sue celebri cene zeppe di cardinali, ministri, potenti vari. Si scoprirà che l’aveva venduto in Svizzera Marco Bianchi Milella, il figlio avuto da Maria in un’era pre-angiolillo. Da lì, era arrivato all’asta oltreoceano. Ora, mentre a Roma il processo penale finisce per prescrizione, con Milella che vorrebbe riaprirlo per dimostrarsi innocente, in America, si duella sul diritto internazionale e su com’era il diritto di successione in Italia nel ‘73. Passi avanti zero.
Amedeo Angiolillo, figlio del fu Renato, dice al Corriere: «Io non smetto di essere ottimista». Bianchi Milella tace. La moglie dello sceicco del Qatar che ha comprato il «Princie» lo tiene in cassaforte, forse non per affezionarsi. Bruno Vespa che su Maria Angiolillo, con chi firma quest’articolo, ha scritto La Signora dei segreti (Rizzoli), commenta: «Mi spiace solo non aver mai visto il Princie. In vent’anni di frequentazione con Maria, l’ho sempre vista elegante ma sobria e questa meraviglia me la sono persa».