Ilva, Conte va dagli operai
Di Maio: Arcelormittal rispetti gli impegni. Boccia: se il mercato fallisce tocca allo Stato Il premier: «Non ho la soluzione in tasca». Divide l’ipotesi di un’azienda pubblica
Il premier Conte va dagli operai dell’ilva. E ammette: «Non ho soluzioni in tasca». La proposta di far diventare il polo dell’acciaio di Taranto un’azienda pubblica divide i politici. Di Maio: la società Arcelormittal deve rispettare gli impegni. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia: «Se il mercato fallisce, tocca allo Stato».
Si fa sempre più complessa e allo stesso tempo confusa la situazione che riguarda l’ex Ilva di Taranto. Ci sono ministri come Boccia che chiedono un intervento pubblico, ministri come Gualtieri che da Bruxelles dice che non esiste al momento questa ipotesi perché l’unica strada al momento «è far tornare Mittal che deve mantenere gli impegni», ci sono i sindacati che invece con Landini vedono come possibile un intervento di Cassa depositi e prestiti «al 20 o al 30%», ipotesi che però potrebbe essere bocciata dalle regole dell’unione europea.
Al momento sembra che la trattativa con Mittal non esista più, non ci sono altri appuntamenti o incontri fissati fra il governo e il gruppo indiano. A Taranto Giuseppe Conte ha ammesso: «Non ho la soluzione in tasca, in questo momento il dato di fatto è che Mittal restituisce la fabbrica». Giuseppe Conte incontra gli operai dell’ex Ilva a Taranto e non nasconde le difficoltà del momento, ricordando che è aperto 24 ore su 24 un gabinetto di crisi sulla vicenda. «Nei prossimi giorni vedremo come andrà la situazione, non ho pronta una soluzione ma qualsiasi situazione può diventare anche una opportunità», sottolinea il premier.
Una posizione che però è in qualche smentita da Luigi Di Maio, che riunisce il suo gruppo dirigente, i ministri al governo e dalla riunione emerge la linea prevalente che non vi è alcuna strada praticabile in Parlamento per reintrodurre lo scudo penale, che magari non sarebbe una soluzione, ma è ancora una delle ipotesi sul tavolo di Giuseppe Conte. Lo stesso Di Maio avrebbe fatto presente le difficoltà che conducono ad un intervento pubblico, proprio alla luce delle possibili obiezioni che arriverebbero dall’unione europea in materia di aiuti di Stato. Il leader del Movimento dice che al momento unica strada «è quella di far rispettare gli impegni a Mittal, perché l’italia deve farsi rispettare».
Intanto con un comunicato Jindal, l’altro gruppo indiano che ha investito a Piombino e che era arrivato secondo per la gara per l’ilva, ha smentito pubblicamente ogni interesse per gli stabilimenti di Taranto.
«Il senso di responsabilità mostrato in queste ore da Banca Intesa con la sospensione dei mutui e dei prestiti personali per dodici mesi per i lavoratori ex Ilva e per i lavoratori delle aziende fornitrici è un bel segnale», afferma il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, commentando la notizia comunicata dalla banca italiana. Stessa decisione anche di Unicredit Ma sempre Boccia invece dice che la strada di un intervento pubblico è quella da percorrere: «Sono fiducioso, il nostro Paese ha imprenditori straordinari e se lo Stato torna in campo, tornano in campo anche loro. Lo Stato deve selezionare i migliori manager esistenti sul mercato mondiale dell’acciaio e arruolarli, ma aspettiamo il no ufficiale di Mittal». Da Palazzo Chigi invece non arrivano notizie ufficiali, se non l’iniziativa della visita di Conte a Taranto, a conferma che il governo al momento non ha ancora le idee chiare.
I rapporti con Mittal Il ministro del Tesoro, Gualtieri: l’unica strada al momento è far rispettare gli impegni
I sindacati Con Landini i sindacati pensano a un intervento della mano pubblica