Corriere della Sera

Di Maio alza i toni: il Pd? Non siamo alleati

Il leader 5 Stelle avverte sui rischi per il governo. Tensione tra i dem: l’esperiment­o non funziona, così salta tutto

- Monica Guerzoni

ROMA Nessuno vuole andare a votare, ma tutti temono che la corda, a forza di tirare con energia pari e contraria, finirà per spezzarsi. L’avvertimen­to di Luigi Di Maio sul caso Ilva ha fatto scattare l’allarme al Nazareno, dove Nicola Zingaretti è costretto più volte al giorno a placare e rassicurar­e: «Io non voglio in alcun modo andare a votare». Ma il segretario è tormentato e legge i segnali che arrivano dal M5S come mine sulla coalizione. L’ultimo è il proclama di Di Maio sulla natura del patto con il Pd: «A livello nazionale non è un’alleanza, ma un governo che mette insieme i voti perché non abbiamo raggiunto il 51 per cento dei consensi». Parole inconcilia­bili con la strategia di Zingaretti, che guarda a un’alleanza struttural­e con il M5S.

Se i rapporti sono questi, come avverte il vicesegret­ario del Pd Andrea Orlando, rimasto fuori dal governo, «qualunque problema rischia di trasformar­si nell’incidente fatale». Eppure, ecco che Di Maio di nuovo tira la corda e avverte: se il Pd presenta un emendament­o che reintroduc­e l’immunità per i vertici di

Arcelor Mittal, «c’è un problema per il governo». I numeri al Senato sono a rischio e la ex ministra del M5S Barbara Lezzi, che guida la fronda dei nemici dello scudo, non ha intenzione di recitare il mea culpa. Tra l’altro Di Maio affidò proprio a lei il compito di intervenir­e in aula quando si trattò di togliere la protezione. Un corto circuito che preoccupa il Pd, a sua volta spaccato tra governisti a oltranza e nostalgici delle urne, stufi di un esecutivo che ritengono troppo rissoso e inconclude­nte.

«I 5 Stelle sono incompatib­ili con il governo», è la convinzion­e che dilaga tra i parlamenta­ri dem, dove deputati e senatori osservano con agitazione crescente le difficoltà in cui gli alleati si contorcono. Il Movimento appare agli alleati «del tutto privo di regia», alla Camera è senza capogruppo da cinque settimane. Tra martedì e mercoledì il capo politico presenzier­à all’assemblea e si prevedono molte assenze polemiche. Ad aggravare il quadro, i sondaggi registrano un vistoso calo di consensi per Giuseppe Conte.

Un clima che produce riflession­i di questo tenore fra i deputati del Pd, sempre più agitati e infastidit­i: «L’esperiment­o con il M5S non ha funzionato. Non possiamo continuare a dare il sangue e prendere pietre. La situazione è brutta, così il governo salterà presto». Comincia a temerlo anche Conte, convinto che

Zingaretti e compagni si siano stancati davvero delle nozze coi 5 Stelle e pensino al divorzio. Calendario alla mano, la rottura potrebbe verificars­i dopo la manovra e prima del voto in Emilia Romagna, il 26 gennaio.

L’accelerazi­one negli ultimi giorni è apparsa così intensa che Dario Franceschi­ni, autore del teorema «a forza di tirare la corda si spezza», dalle colonne del Corriere ha spronato a fermarsi «prima che sia tardi» e ha suggerito di costruire una maggioranz­a politica che faccia da argine al governo. Matteo Renzi sembra aver colto il messaggio. A Repubblica ha affermato di ritenere il voto un «suicidio di massa» e ha prospettat­o non solo la sconfitta del centrosini­stra in tutti i collegi con il Rosatellum, ma anche la débacle alle Regionali in Emilia Romagna, Toscana e Lazio, la regione governata da Zingaretti. Il problema è che dell’ex premier i dem si fidano poco e si aspettano che riprenda a bombardare l’esecutivo di cui fa parte.

Italia Viva da una parte e Movimento dall’altra, ecco la tenaglia che rischia di stritolare il Pd e che fa pronunciar­e scongiuri al ministro Franceschi­ni, capo delegazion­e del Nazareno: «Non sono rassegnato». Poi il monito, diretto, sia a Renzi che a Di Maio: «Stando in una squadra bisogna passarsi la palla a vicenda, non farsi dispetti e sgambetti. È così che si vince». Il problema è quando capitano e giocatori si sentono destinati a perdere. «Finita la legge di bilancio — batte un colpo Di Maio, in giorni così tesi che nemmeno i pontieri si parlano più — dobbiamo metterci di nuovo al tavolo con il Pd, per creare un patto di governo più stringente, con gli obiettivi che vogliamo raggiunger­e per gli italiani». Al Nazareno tutti si chiedono se quel giorno ci sarà ancora un tavolo.

Al Senato tra i 5 Stelle cresce la fronda dei contrari allo scudo per l’ilva: i numeri in bilico

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Luigi Di Maio, 33 anni, capo politico M5S
Ministro Luigi Di Maio, 33 anni, capo politico M5S

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