Hong Kong, primo morto: pianti e rabbia
La protesta di Hong Kong piange il primo morto. E lo commemora con rabbia e violenza. La vittima è uno studente universitario precipitato da un parcheggio sopraelevato nella notte tra domenica e lunedì, mentre nella zona polizia e manifestanti si stavano fronteggiando. Chow Tsz-lok, 22 anni, che frequentava il secondo anno di Scienze del computer alla Hong Kong University of Science and Technology, aveva battuto la testa e subìto danni irreversibili al cervello. È morto ieri mattina in ospedale. Quando ha perso l’equilibrio, forse Chow fuggiva dai lacrimogeni della polizia che stava cercando di disperdere i manifestanti. Le voci si rincorrono, sui social network dei ragazzi molti giurano che lo studente è stato spinto, altri che la polizia ha anche bloccato per minuti preziosi l’arrivo dell’ambulanza. La Hong Kong Police Force respinge le accuse. Nei video delle telecamere di sorveglianza pare ci sia un buco all’ora dell’incidente e anche questa circostanza contribuisce ad alimentare sospetti e leggende metropolitane: da mesi il movimento di protesta sostiene che ci siano state altre vittime nascoste, senza alcuna prova. Il preside della facoltà ha annunciato la morte dello studente ieri mattina, sospendendo la cerimonia di consegna dei diplomi di laurea. Il professore era in lacrime e ha detto che potrebbe presentare una denuncia contro l’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Anche la governatrice Carrie Lam ha espresso commozione e ha detto che il caso merita un’indagine.
Tra le famose «cinque domande» del movimento partito dalla protesta contro la legge sull’estradizione, c’è proprio una commissione d’inchiesta sulla violenza di polizia. La morte di Chow ha acceso una giornata di nuove proteste e scontri: ragazzi mascherati e vestiti di nero hanno assaltato l’agenzia della Bank of China nel campus universitario, alcune caffetterie e uno Starbucks (la multinazionale opera in joint venture cinese). Nella notte altri scontri e colpi di pistola sparati in aria da poliziotti circondati.