IL MURO NON CROLLÒ FU ABBATTUTO DAL POPOLO
Caro Aldo, in occasione del 30° anniversario del «9 Novembre a Berlino» sarebbe giusto ricordare a tutti, soprattutto alle giovani generazioni, che quell’evento va nominato con la sua definizione corretta: abbattimento del muro di Berlino. Continuare a definirlo «caduta» oltre che un’offesa alle capacità professionali degli ingegneri russi e tedeschi, che l’hanno progettato ed eretto, è intellettualmente disonesto ed è un grave insulto alla memoria di quelle centinaia di cittadini tedeschi che, negli anni, hanno messo in palio e perduto la loro vita per eliminarlo. E ciò per condividere la libertà dalla tirannia al prezzo dell’incolumità, della galera, della vita. Sarebbe anche un concreto omaggio alla recente «Mozione Segre».
L
Caro Stefano, ei ha ragione. Il Muro di Berlino non crollò da solo; fu abbattuto dal desiderio di libertà dei tedeschi della Ddr e in generale dai popoli dell’est europeo, come testimoniano due bei libri dedicati a quei giorni di trent’anni fa, «Il muro che cadde due volte» di Antonio Polito (Solferino) e «Anime prigioniere» di Ezio Mauro (Feltrinelli).
Venne il momento in cui sparare su giovani che volevano rifarsi una vita dall’altra parte della cortina di ferro apparve insostenibile (anche perché erano ormai saltate le frontiere e il Muro lo si poteva aggirare). E questo non perché l’europa occidentale abbia avuto un sussulto d’orgoglio, ma perché l’unione sovietica appariva ormai debole, incapace di imporre l’ordine dei carri armati. Il tentativo di Mikhail
Gorbaciov di riformare il comunismo si rivelò così destinato al fallimento; e l’occidente vinse la guerra fredda più per demerito dell’avversario che per meriti propri, anche se il coraggio di Reagan e di Wojtyla contribuirono a far vacillare quel retaggio della seconda guerra mondiale e della prima guerra fredda che aveva diviso una delle capitali d’europa.
Come, a distanza di decenni, si possa avere nostalgia di quel mondo, governato da una nomenklatura ottusa e brutale, avvelenato dall’inquinamento, minato da un controllo poliziesco che metteva le persone l’una contro l’altra, è un mistero che nessuno riuscirà a svelare. Va detto che l’europa non ha colto appieno le opportunità che quella svolta storica all’apparenza improvvisa le aveva offerto.