Le maglie con le trecce omaggio al Pipistrello
Fedeli e la capsule dedicata a Leo Gasperl. «Da Cervinia dettava lo stile»
Molte sono le tipologie di filati. Da quelli più preziosi, come il cashmere. Ne è parte anche una versione idealizzata, per creare capi «gourmet». Così come Gigi Fedeli ama definire le sue creazioni e chi le sceglie. «Ogni capo di Fedeli Cashmere deve raccontare una storia. Oltre l’heritage della nostra azienda. Trasmettere emozioni. Sempre nuove», spiega l’imprenditore, terza generazione e presidente dell’azienda di famiglia, realtà quest’anno al giro di boa degli 85 anni.
Nel 1934, infatti, il nonno Luigi pone i primi mattoni («ma all’inizio producevamo cappelli»); poi la svolta nel secondo dopoguerra. Nino Fedeli, padre di Gigi, vira la produzione sulla maglieria, ottenendo subito consensi con la lavorazione a treccia. Linee donna e linee uomo. «Non dimentichiamo poi le stampe e il colore. Tanto. Anche per l’uomo per dare un’alternativa al mondo british di allora. Una innovazione». Delle storiche trecce, del trionfo di colori sono testimoni le fotografie d’epoca sulla parete d’entrata della neo inaugurata boutique milanese.
Apertura legata alla scelta di trasferirsi dalle storiche vetrine in via Montenapoleone («aperte da mio nonno nel 1946 in quella che era solo una via del centro»), alle attuali in via san Pietro all’orto 26. «Scelta per evidenziare il nostro Dna di produttori, in una zona dove sono presenti altri marchi artigianali».
Vi fa bella mostra una capsule per quest’inverno di maglie a trecce, omaggio a Leo Gasperl, storico sciatore, maestro di Zeno Colò. «Realizzavamo assieme i capi per il suo negozio di Cervinia. Da là dettava lo stile. Non è solo un omaggio, ma un racconto, frammento dell’heritage made in Italy».
Il mondo in cashmere di Fedeli (assieme alle linee uomo e donna estive e di costumi da bagno: «In poliestere e non in nylon. Siamo stati i primi») è indossato in tutto il mondo. «Il mercato estero è l’80% del fatturato»; monomarca in Europa (a breve apertura a Cannes), ma anche a Hong Kong e Corea. Qualità alta e sostenibilità. «Viene realizzata una parte delle collezioni con cashmere e con filati derivati da poliesteri, entrambi riciclati». Ma anche attenzione al sociale. Come un progetto con la comunità di San Patrignano per insegnare a realizzare la maglieria. «Il nostro è un Dna di produttori: creare pensando all’eccellenza prima che al profitto». Creare il sogno. Da poter gustare à la carte da gourmet.