Corriere della Sera

Peppino di Capri: «Se ne è andato in punta di piedi» Per Tony Renis «un timbro unico»

- M. L. F.

«Igrandi non dovrebbero morire mai. Questo ho pensato quando mia moglie Elettra mi ha dato la notizia della morte di Fred Bongusto». Così racconta Tony Renis. «Il mondo della musica e dell’arte perde una pietra miliare. Quando io ero ancora sconosciut­o lui era già famoso. Ero un suo fan e seguivo da spettatore le sue performanc­e nei night di Milano, cercavo di carpire il segreto del suo successo. In breve diventammo amici. E scoprii che oltre a essere un grande interprete era pure una bella persona, ironica e gioviale. La timbrica era unica, riconoscib­ile come quelle di Presley, Sinatra, Celentano, Morandi. Perché sono in molti a essere bravi, ma Fred si svelava unico fin dalla prima nota». Poi il successo arrivò anche per Renis: «E calcammo il palcosceni­co insieme in tv e nei locali. Io mi divertivo a fare la sua imitazione, soprattutt­o quella del brano Frida in dialetto napoletano». Qual era la marcia in più di Bongusto? «L’ironia, la cultura. Era un grande musicista di grande personalit­à. Versatile. Capace di spaziare dal pop alla bossa nova». Anche Peppino di Capri amico e «rivale» è affranto: «Non vado a funerali. Nemmeno a quello di mia moglie sono andato. Non reggo. Anche il mio amico Fred se ne andato in punta di piedi. Non voleva disturbare. Chi gli stava vicino dice che aveva difficoltà di deambulazi­one e non voleva che nessuno lo vedesse. Eravamo legati da sincera amicizia e dall’amore per il nostro lavoro. Abbiamo entrambi faticato per raggiunger­e il successo cercando di capire gli umori di un mondo in continua evoluzione difendendo lo stile night dai capricci delle mode. Ci ha lasciato capolavori che continuere­mo a cantare per sempre».

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Fred Bongusto con Peppino di Capri, suo collega e grande amico
Insieme Fred Bongusto con Peppino di Capri, suo collega e grande amico

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