Corriere della Sera

«Adrian» torna e non convince: solo il 15,4% di share

- Renato Franco

Celentano non sfonda, anzi. Il suo ritorno in tv con Adrian Live — pausa e monologo, bicchieri d’acqua e finte uscite di scena (scherzetto...) — è stato visto da 3.869.000 spettatori con il 15,4% di share. Il cartoon, programmat­o subito dopo, ha tagliato 2 milioni secchi di teste e si è fermato al 10,4%. Insomma, aspettativ­e deluse perché le attese sia per la storia di Celentano, sia per gli investimen­ti profusi erano altri. Un mezzo flop, che rischia di diventare intero nelle prossime puntate. Il 15% di share è poca cosa, siamo dalle parti di Eurogames, un po’ sopra Non è la D’urso. Per una prima serata, per un evento davvero troppo poco. Il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri fa finta di niente, il suo compito è difendere la baracca ed esagerare: «Celentano è tornato e ha illuminato Canale 5 con la sua energia, il suo talento, la sua personalit­à». Per la verità è stato come illuminare uno stadio con la torcia dello smartphone, più buio che altro. Continua Scheri: «Fra i suoi show Adrian Live svetta tra i più iconoclast­i e visionari, e va ad aggiungers­i ai tanti primati di un artista che ha sempre anticipato tempi e mode». Insomma, questa volta pare arrivato in ritardo. Il dibattito sulla tv con un gruppo di conduttori numeri uno (Conti, Bonolis, Chiambrett­i, Gerry Scotti e Giletti, nella foto) è stato abbastanza deludente; la sintesi migliore è di chi l’ha definito una versione

Celebritie­s di Tv Talk. A chi ventila l’ipotesi che ci possa essere il taglio di una puntata (al posto delle 5 previste) Mediaset replica seccamente: «Non è vero. Punto». L’idea non viene nemmeno presa in consideraz­ione, perché il prodotto è già stato (lautamente) pagato, tempo fa. Quindi quello che va in onda ora è da assimilare a un prodotto di magazzino a «costo zero». Della serata — peccato — non c’è molto da salvare: se Celentano è meglio quando canta piuttosto che quando parla significa che la scrittura del programma è stata esile. Non basta l’aura da guru, bisogna anche supportarl­a.

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