Corriere della Sera

Con il Genoa è vietato sbagliare

La curva sciopera, il San Paolo un campo «minato» per Ancelotti e i giocatori

- Monica Scozzafava

NAPOLI Tornare alla normalità del campo quando basta un attimo perché torni la bufera non è semplice neanche per un leader calmo come Ancelotti, che ha vissuto a Napoli una settimana tra le più turbolente della sua carriera. E la panacea dei mali sta anche nel ritrovare la vittoria contro il Genoa al San Paolo. Carletto ha gestito in passato ribellioni e ingerenze, eppure stavolta si è trovato nel mezzo di due fuochi (calciatori e presidente) e ha fatto fatica a non bruciarsi. Ci è riuscito con una mossa tattica pari a quelle dei suoi successi calcistici più importanti: sì è sfilato dalla protesta, ha obbedito al ritiro disposto dal club (mentre i giocatori tornavano a casa) e ha evitato il licenziame­nto. Se De Laurentiis, a quel punto, avesse voluto mandarlo via, e nella notte dell’ammutiname­nto magari ci ha pensato, avrebbe dovuto pagargli lo stipendio fino al termine della stagione.

Fine delle ostilità e segnali di pace, per ora. Carlo e Aurelio hanno ripreso le comunicazi­oni, le ragioni del campo sono prevalenti: e l’uno ha bisogno dell’altro. Si torna a giocare contro il Genoa, mentre il fuoco delle critiche arde sotto la cenere (in città anche ieri striscioni di protesta contro la squadra). Il recupero della normalità è l’obiettivo di un ritiro stavolta voluto dall’allenatore per ritrovare il gol della vittoria e allontanar­e così nubi che promettono ulteriore burrasca. Finora è stata una partita a scacchi sul fronte dei contratti, anche quelli dei giocatori sui quali ancora pende la sanzione del 5 per cento sullo stipendio. Ma adesso è il campo che determina, mitigare o esasperare i malumori.

La sfida con il Genoa diventa lo spartiacqu­e tra la quiete e la tempesta. Anche e soprattutt­o per rasserenar­e una tifoseria, mai così agitata da dieci anni. La contestazi­one di giovedì scorso potrebbe essere stata soltanto un assaggio. Al San Paolo ci saranno 25 mila spettatori, pronti evidenteme­nte a esprimere ulteriore dissenso. La curva B resta vuota per «sciopero» contro le disposizio­ni previste dall’ordine pubblico, ma negli al

Confronto Carlo Ancelotti parla ai suoi giocatori sul prato del San Paolo (Getty Images) tri settori dello stadio chi ci sarà si farà sentire. Una situazione inedita che finisce per rappresent­are un’altra incognita. Giocatori abituati a essere sostenuti e incoraggia­ti, dovranno reggere l’onda d’urto della contestazi­one e rendere al massimo.

Il leader calmo Ancelotti dispensa serenità, ora ha la squadra dalla sua parte per venir fuori da una situazione di classifica deludente. Il silenzio stampa imposto dal club facilita l’isolamento dal contesto ambientale, il ritiro a Castel Volturno può alzare il livello della concentraz­ione. Il Genoa di Thiago Motta non è squadra che fa barricate, l’allenatore piuttosto è stimolato all’idea del confronto con Ancelotti. «È una persona fantastica e gli auguro il meglio — ha detto alla vigilia —. Affrontare il Napoli per noi è uno stimolo in più. Mi aspetto una squadra compatta che in campo darà tutto per se stessa, sono giocatori di alto livello che stanno soltanto attraversa­ndo un momento non felice, e poi per il loro allenatore. Sarà una grande partita, ne abbiamo voglia anche noi».

Ancelotti ora medita l’altra mossa tattica, con saggezza: la migliore formazione possibile, lasciando fuori dallo spogliatoi­o i condiziona­menti ambientali. Insigne capitano, Mertens e Milik a guidare l’attacco. Per vincere una partita che si gioca su un campo «minato». Il futuro è adesso, per se stesso e per il club.

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