Tennis, Jannik-matteo la rivalità (o l’amicizia) dei prossimi dieci anni
Sinner elogia Berrettini: «Ora è più importante lui»
LONDRA Dalla sua stanza al Marriott County Hall, a South Bank, Matteo Berrettini vede il ponte di Westminster. Poteva essere in ritiro con l’italia per preparare la nuova Coppa Davis e invece, con un colpo di reni alla fine di una stagione in apnea (da n. 53 a n. 8 del ranking), il gladiatore gentile è salito sul treno delle Atp Finals: debutta oggi alle 14 (le 15 italiane, diretta Sky) contro Novak Djokovic, un match inedito sul palcoscenico più importante. Dalla camera con vista sul tennis, reduce dal trionfo di Next Gen a Milano in una settimana in cui ha impressionato (senza storia la finale di ieri con il numero 18 del mondo De Minaur, dominato), Jannik Sinner vede il futuro apparecchiato davanti: «In questo momento Matteo è più importante di me per il tennis italiano. Abbiamo storie diverse, ma mi piace molto come persona e per il modo in cui sta in campo. Lui le Atp Finals se le è meritate, io devo ancora conquistare tutto».
La rivalità dei prossimi dieci anni, un romano di 23 anni protagonista al Master dei grandi e un altoatesino 18enne dominatore al Master dei piccoli, è la manna dal cielo che ci piove in testa in cima a dieci mesi in cui è successo di tutto: Matteo vincitore sulla terra (Budapest) e sull’erba (Stoccarda) e semifinalista sul cemento (Us Open), quarto azzurro nella storia capace di sfondare il muro dei top-10 e terzo al Master 41 anni dopo Corrado Barazzutti; Jannik in ascesa verticale grazie a un talento e a un tennis facile da predestinato, a gennaio era n. 551 e il 28 ottobre n. 93, più giovane italiano di sempre nei top-100. Senza dimenticare Fognini re di Montecarlo, prestigioso Master 1000.
Succede tutto in fretta perché il tennis non aspetta, Berrettini e Sinner viaggiano a velocità supersonica, la meglio gioventù è affamata e i tre Immortali, Federer-djokovicnadal,
con i loro 103 anni e 55 titoli dello Slam in totale avvertono i sintomi della sazietà. Panatta-barazzutti era il derby degli antenati (5-5 in carriera, una sola volta in un Major, a Wimbledon ‘80), Jannik l’anno prossimo verrà convocato in Davis e con Matteo — che considera la prima maglia azzurra a Calcutta contro l’india un passaggio di crescita