Corriere della Sera

Conte-di Maio: il duello sull’ilva agita il governo

Il leader 5S: no allo scudo. Arcelormit­tal se ne va Parla Zingaretti: presentars­i uniti contro la destra

- Marco Galluzzo

Arcelormit­tal ha depositato l’atto per chiedere il recesso dal contratto d’affitto dell’ex Ilva. E nel governo si apre lo scontro sullo stabilimen­to di Taranto. Di Maio ribadisce il «no» allo scudo penale.

ROMA È già sul tavolo del presidente del Tribunale di Milano Roberto Bichi l’atto di citazione da poco depositato dai legali di Arcelormit­tal per chiedere il recesso del contratto d’affitto dell’ex Ilva. L’azienda sostiene di aver esercitato il recesso «perché sono venute meno le tutele legali», ma in subordine, il gruppo francoindi­ano chiede al tribunale di Milano di accertare e dichiarare «l’intervenut­a risoluzion­e del contratto perché è divenuto impossibil­e eseguirlo e/o, comunque, ne è venuto meno un presuppost­o essenziale». I legali di Arcelormit­tal sostengono che «in ogni caso, anche se la protezione legale fosse ripristina­ta, non sarebbe possibile eseguire il contratto» perché la magistratu­ra ha ordinato di spegnere l’altoforno 2.

Già oggi potrebbe essere presentato al tribunale di Milano il ricorso cautelare urgente, ex articolo 700 del Codice di procedura civile, con cui l’amministra­zione straordina­ria di Ilva si oppone al recesso dal contratto. Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riferiscon­o fonti parlamenta­ri, ha inviato ad Arcelormit­tal le controprop­oste del governo affinché si riprenda la trattativa sull’ex Ilva. Tra queste anche la possibilit­à di uno scudo penale, oltre alla revisione del contratto d’affitto e alla eventualit­à della cassa integrazio­ne per i lavoratori. Senza però avere risposta.

Ieri mattina il capo del governo ha incontrato diversi parlamenta­ri M5s pugliesi, e quando è emerso il tema della tutela legale il confronto si è irrigidito, con l’ex ministro Barbara Lezzi che ha ribadito: «Non abbiamo votato lo scudo prima e non lo faremo dopo». «Vorrei ricordare ai parlamenta­ri 5 stelle che proprio la drammatica situazione con la famiglia Mittal, impone l’adozione di una norma generale che garantisca la certezza del diritto a chi vuole venire a investire in Italia», dice il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. Luigi Di Maio non è d’accordo: «Se provochi un disastro ambientale, devi pagare. La situazione è stata ignorata per anni. Non ci sottrarrem­o mai al dossier dell’ilva, ma per mettere a norma l’impianto è necessario tempo». E intervenen­do a Fuori dal coro su Retequattr­o ha parlato di un eventuale emendament­o per lo scudo penale di Pd e Iv: «Un problema enorme per la maggioranz­a. Se cominciamo con gli sgambetti Italia viva è quella che ha più da perdere». Secondo il ministro dell’economia Roberto Gualtieri «occorre avviare un dialogo con Arcelormit­tal e il governo deve mettere in campo tutti gli strumenti possibili per sostenere e aiutare una moderna e competitiv­a siderurgia a ciclo integrale a Taranto» mentre per il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia «non si può fare a meno dell’ilva, perché è parte fondamenta­le della siderurgia italiana, serve molta parte dell’industria italiana e se vogliamo mantenere una posizione di rilievo è un elemento imprescind­ibile».

Le divisioni Delrio: nervi saldi, non è possibile che un ministro dica una cosa e uno ne dica un’altra

 ??  ?? Altiforni
Il rischio di veder spento l’altoforno numero 2 per la mancata adozione delle prescrizio­ni di sicurezza e, forse, anche l’1 e il 4, è tra i motivi del passo indietro di Arcelormit­tal
Altiforni Il rischio di veder spento l’altoforno numero 2 per la mancata adozione delle prescrizio­ni di sicurezza e, forse, anche l’1 e il 4, è tra i motivi del passo indietro di Arcelormit­tal

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy