Manovra, bonus per gli asili nido Salvini: una farsa
Il ministro: per la grande maggioranza delle famiglie, grazie al bonus. Salvini: è una presa in giro
Asili nido gratis dal primo gennaio «per la grande maggioranza delle famiglie» con il bonus che potrà arrivare fino a 3 mila euro. Una misura «importante non solo per il welfare ma anche a sostegno dell’occupazione femminile e della mobilità sociale». Così il ministro Roberto Gualtieri. Critico Salvini: «Una presa in giro. Prendono in giro le famiglie».
Asili nido gratis dal primo gennaio «per la grande maggioranza delle famiglie» col bonus che potrà arrivare fino a 3 mila euro. Una misura «importante non solo per il welfare ma anche a sostegno dell’occupazione femminile e della mobilità sociale». In arrivo, inoltre, correzioni alla plastic tax, che va «riformulata per evitare che abbia effetti negativa sulla filiera produttiva» e per la stretta fiscale sulle auto aziendali, che dovrebbe valere solo sui nuovi contratti. Questi i messaggi lanciati ieri dal ministro dell’economia in audizione in Parlamento sulla legge di Bilancio. Il tutto dovrà avvenire, sottolinea Roberto Gualtieri, senza modificare i saldi della manovra, trovando le coperture. Più facile sulle auto aziendali, dalle quali si attende un gettito di 332 milioni nel 2020; più difficile per la tassa sulla plastica (vale 1,1 miliardi). Per questo si terrà domani un vertice di maggioranza che dovrà discutere di come coordinare gli emendamenti nella maggioranza e rispettare i tempi, che appaiono stretti (la legge deve essere approvata da entrambe le camere entro il 31 dicembre, ma ancora non ha cominciato l’iter al Senato). Secondo il ministro le prospettive dell’economia italiana sono moderatamente buone: la stima di una crescita del Pil dello 0,1% quest’anno può essere superata e quella dello 0,6% nel 2020 «è ampiamente raggiungibile». «Gli effetti del bonus asili - concorda la Banca d’italia - sono potenzialmente rilevanti», ma «la scelta di legarlo all’isee potrebbe scoraggiare l’offerta di lavoro di un secondo percettore di reddito». Per Salvini (Lega) è «una presa in giro».