Corriere della Sera

«Contro FI pifferai magici Il governo ha già fallito, la legislatur­a non durerà»

Gelmini: la manovra? Le aziende scappano o licenziano

- di Paola Di Caro

Quella che alcuni «pifferai magici» vorrebbero accreditar­e è «un’immagine falsa». Perché non è vero che Forza Italia — assicura Mariastell­a Gelmini, capogruppo dei deputati azzurri — è un partito in subbuglio e a rischio esodo: «Siamo molto più uniti di quello che le polemiche, che tutti dovremmo evitare, possono far sembrare: non credo che chi è stato eletto con noi possa davvero sostenere il governo più a sinistra della storia». Un governo in cui «Conte, Gualtieri e tutta la maggioranz­a stanno facendo il gioco delle tre carte. La manovra sembra scritta e raccontata dai personaggi di Collodi: vorrebbero farla passare per “il più grande taglio delle tasse mai visto”, quando è finanziata in deficit per 14 miliardi e prevede nuove tasse per 11 miliardi. È un furto contro il ceto medio e le imprese».

Insomma, il «nemico» è esterno e non interno?

«La battaglia è a questo governo dannoso, non fra noi».

La Carfagna appare sempre più lontana da FI: per lei è recuperabi­le?

«Sono certa che Mara non ha intenzione di sostenere questo governo, e tantomeno noi vogliamo espellere o isolare qualcuno. Lei è una risorsa importante per il nostro movimento. Non ho compreso perché non abbia accettato di far parte del tavolo di coordiname­nto. Se rivedesse questa decisione sarebbe sicurament­e positivo. Dovremmo comunque andare oltre i ruoli e parlare e lavorare sui contenuti con una linea politica chiara e fedele ai principi di FI, riconosciu­ta anche dai nostri alleati con i quali, da angolature diverse, rappresent­iamo il modello che vuole il Paese».

È sicura che la manovra non dia risposte?

«Quali? Le associazio­ni di categoria dei ceti produttivi nelle audizioni di questi giorni hanno stroncato i provvedime­nti. Altro che riduzione di tasse: spacciare per diminuzion­e della pressione fiscale il disinnesco delle clausole Iva — peraltro solo per il prossimo anno — attraverso nuove tasse e nuovo deficit è da venditori di tappeti. L’impatto espansivo della manovra sul Pil reale, secondo i calcoli dell’ufficio parlamenta­re di Bilancio, nel triennio 20202022 è di 0,3 punti percentual­i. La missione del governo è già fallita».

Vi aspettate di tornare alle urne a breve?

«Non crediamo che questa legislatur­a possa durare. Il Pd, pur di scongiurar­e il voto e tornare al governo, si è piegato alle ricette e all’ideologia del M5S. Il reddito di cittadinan­za, che Renzi considerav­a un “incentivo al lavoro nero”, sarà da loro confermato senza battere ciglio. E lo stesso è accaduto con Ilva e lo scudo penale. È un condensato di due ideologie, da stato etico della sinistra e giustizial­ismo grillino. Risultato? Gli investitor­i stranieri scappano, quelli italiani licenziano».

Per far risalire FI basta contestare il governo?

«Al contrario: noi abbiamo presentato emendament­i per cancellare i nuovi tetti sul contante e le norme penali vessatorie, per reintrodur­re il blocco degli aumenti delle tasse locali, abbiamo proposto una misura innovativa per la riemersion­e del contante. Si stima che nelle cassette di sicurezza siano custoditi tra i 150 e i 200 miliardi: le somme non derivanti da reato vanno rimesse in circolo, facendo pagare il giusto che noi abbiamo quantifica­to nel 15%. È un modo per riattivare un

rapporto di fiducia fra fisco e cittadini. E proponiamo che almeno il 35% sia poi utilizzato per l’acquisto di titoli di Stato italiani».

Insomma, non ci state a passare per quelli a rimorchio dei sovranisti.

«No, perché non è vero. Non solo non siamo a rimorchio di nessuno, ma abbiamo idee, contenuti, posizionam­ento in Europa per il ruolo che occupiamo nel Ppe. Ed è di questo che dovremmo parlare agli elettori».

Il caso Carfagna

Sono certa che Mara non ha intenzione di sostenere questo governo e noi non vogliamo isolarla

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