Legge elettorale Lite renziani-pd sul modello spagnolo
ROMA L’attacco di Matteo Renzi arriva alla vigilia del vertice di maggioranza sulle riforme convocato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’incà: «Leggo che qualche buontempone in Italia propone di copiare la legge elettorale spagnola. Giusto per essere certi dell’ingovernabilità. Lo hanno proposto davvero, non è una barzelletta. Quattro elezioni in quattro anni e noi li prendiamo come modello?».
Il bersaglio del leader di Iv è Andrea Orlando. Il vicesegretario del Pd, che sta prendendo sempre più spazio nel partito, è un sostenitore del modello iberico: «È quello giusto», ha ripetuto. Cioè un sistema di collegi con liste molto corte e senza recupero su base nazionale, che sfavorirebbe Italia viva.
La riunione di maggioranza è comunque solo una prima tappa, per cercare di attenuare le distanze e trovare una soluzione. Luigi Di Maio, dopo la sconfitta umbra è diventato un fervente sostenitore del proporzionale con una soglia di sbarramento intorno al 5 per cento. Nicola Zingaretti propende per un sistema proporzionale a doppio turno con premio di maggioranza, simile a quello dei Comuni.
Sulla stessa posizione Giuseppe Conte. Il premier e il segretario del Pd ritengono che questo sia il sistema per rendere più strutturale la coalizione. Per questa ragione anche Beppe Grillo (almeno fino a qualche tempo fa) caldeggiava una soluzione simile.
Poi c’è Italia viva. Ufficialmente è aperta a tutte e due le ipotesi, anche se in realtà preferirebbe il proporzionale perché l’idea della grande coalizione non piace affatto a Renzi.