Roma, la prima udienza per i depistaggi. Domani previste due sentenze
● Domani sono attese due sentenze: quella relativa ai 5 carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale e la pronuncia di Corte d’appello sui medici che ebbero in cura Stefano Cucchi
ROMA Si astiene per incompatibilità il giudice del processo sui depistaggi per la morte di Stefano Cucchi, Federico Bona Galvagno. Dopo che gli avvocati di parte civile avevano paventato che fosse «amico dei carabinieri», il magistrato ha ammesso di essere un ex appartenente all’arma ora in congedo. Nell’istanza presentata un paio di settimane fa i legali della famiglia Cucchi avevano evidenziato la sua partecipazione a convegni ed eventi dei carabinieri nei quali era comparso come relatore, e ieri, alla prima udienza, il giudice ha letto il provvedimento che lo autorizza ad astenersi con questa motivazione: «Non può esserci il sospetto che il giudice possa non essere imparziale in un processo in cui ci sono otto imputati carabinieri».
Al processo hanno depositato la richiesta per la costituzione di parte civile anche il ministero della Giustizia e l’associazione Antigone. Oltre ai familiari di Cucchi e agli agenti della polizia penitenziaria processati ingiustamente (e assolti) si sono già costituti la stessa Arma dei carabinieri,la presidenza del Consiglio, il ministero della Difesa e dell’interno, il carabiniere Riccardo Casamassima e la onlus Cittadinanzattiva.
Secondo il pm Giovanni Musarò un gruppo di carabinieri, alcuni dei quali ai vertici del comando provinciale dell’arma, falsificò i rapporti per coprire il pestaggio eseguito da due dei militari che arrestarono il ragazzo la notte del 15 ottobre 2009. Si tratta di Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo, Massimiliano Colombo Labriola, Francesco Di Sano (ieri presente in aula) e Luciano Soligo, imputati per falso ideologico. Altri due ufficiali contribuirono al depistaggio quando nel corso della seconda indagine sul caso Cucchi omisero di denunciare i falsi emersi dai verbali dell’arma. Per questo sono alla sbarra gli ufficiali Lorenzo Sabatino (presente ieri mattina) e Tiziano Testarmata. Infine il militare Luca De Cianni avrebbe manipolato un’annotazione di servizio attribuendo false dichiarazioni a un collega, Riccardo Casamassima, che aveva denunciato i fatti. Il difensore di Casarsa (promosso Capo di Stato Maggiore del Comando unità specializzate
I verdetti
Uno riguarda il presunto pestaggio, l’altro la responsabilità dei medici