«Ponte crollato, forse ha ceduto il cassone»
Il ponte Morandi potrebbe essere crollato per il cedimento del cassone, cioè la struttura che regge il manto stradale. L’ipotesi emerge da un’intercettazione, nella quale dei tecnici di Spea, il 25 gennaio 2019, parlano delle cause del disastro: «Metti che sulle campane ci percolava dell’acqua che entra in soletta, te l’hanno corroso, vum, ha mollato subito...però lì siamo deboli». E l’altro conferma: «Non potevamo andarci». Cioè, non si potevano fare i controlli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA «Palidoro») Carlo Longari, ha convocato fra i testi della difesa anche il pm che indagò per primo sulla vicenda, Vincenzo Barba.
Mentre il giudice Bona Galvagna comunicava la sua astensione facendo slittare il processo al prossimo 16 dicembre davanti alla collega Giulia Cavallone, nell’aula bunker di Rebibbia si sono svolte le ultime battute del processo Cucchi bis, dove tre carabinieri sono accusati di omicidio preterintenzionale. Le difese hanno tentato di ridimensionare le dichiarazioni di Francesco Tedesco, il militare che ha accusato i colleghi Raffaele D’alessandro e Alessio Di Bernardo: «Sono semplicemente una personale ricostruzione fatta a posteriori sulla base di riscontri che conosceva benissimo» ha detto l’avvocato Antonella De
Benedictis, denunciando una «caccia alle streghe per trovare necessariamente un colpevole». E l’avvocato Maria Lampitella, che assiste D’alessandro ha aggiunto che non ci fu pestaggio: «Il ragazzo purtroppo già non stava bene». Per domani è attesa la sentenza del Cucchi bis, ma anche del nuovo processo d’appello ai medici del «Pertini» che ebbero in cura il ragazzo.
Conflitto di interessi Era stata la stessa famiglia a chiedere che il magistrato rinunciasse al caso