Avviata una revisione per 3,5 miliardi. Starace: più margini, supereremo gli obiettivi
Con un utile netto ordinario a 3,295 miliardi, in crescita del 14,1% rispetto allo stesso periodo del 2018, è stato esaminato e approvato ieri dal consiglio di amministrazione Enel, presieduto da Patrizia Grieco, il bilancio dei primi nove mesi dell’anno. «La positiva performance conseguita nei primi nove mesi del 2019 dimostra la solidità del modello integrato di business di Enel, che ha permesso di registrare un incremento del 14% dell’utile netto ordinario di gruppo e dell’11% dell’ebitda ordinario» ha commentato Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale del gruppo energetico.
Il consiglio di amministrazione ha anche deliberato un acconto sul dividendo 2019 (secondo la politica del Piano Strategico 2019-2021) di 16 centesimi per azione che sarà pagato a partire dal 22 gennaio 2020, in crescita del 14,3% rispetto a quello distribuito lo scorso anno. In riferimento ai risultati dell’esercizio per l’anno in corso, «il dividendo complessivo sarà pari all’importo più elevato tra 0,32 per azione e il 70% dell’utile netto ordinario del gruppo».
Rivisto al rialzo il target del margine operativo lordo (Ebitda) per il 2019, a 17,8 miliardi stimando, all’incirca, di raggiungere un utile consolidato di 4,8 miliardi a fine 2019. Aumentano quasi del 30% (27,7%) anche gli investimenti concentrati sulle reti di distribuzione in Italia e Brasile e sulla costruzione di impianti rinnovabili, in particolare in Spagna, Brasile, Sudafrica, Grecia e Russia.
I ricavi raggiunti a fine settembre sono di 57.124 milioni di euro, con un incremento di 1.878 milioni (+3,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie all’aumento delle attività di Infrastrutture e Reti, soprattutto in America latina. Hanno contribuito infatti, l’acquisizione di Enel Distribuição São Paulo del mese di giugno 2018 (1.022 milioni di euro), l’accordo raggiunto da Edesur (202 milioni di euro) con il governo argentino per la definizione di problemi regolatori pregresse.
Il risultato netto del gruppo è in calo del 73,%, a quota 813 milioni (3,016 miliardi nei primi nove mesi del 2018) per effetto soprattutto della svalutazione degli impianti a carbone, che rientra d’altronde, nella strategia di riconversione del gruppo.
La variazione dell’utile, fa sapere Enel, «riflette il miglioramento dei risultati operativi ordinari, parzialmente compensato da maggiori oneri finanziari non direttamente riferibili all’indebitamento, e dai minori risultati conseguiti dalle partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto». Starace sottolinea che «sempre più incisive sono state le azioni per integrare pienamente la sostenibilità nella strategia di business del gruppo — e aggiunge — Prosegue il nostro percorso verso la decarbonizzazione, di cui una tappa fondamentale è stato l’impegno, assunto da Enel lo scorso settembre, di ridurre del 70% le emissioni dirette di gas a effetto serra per kwh entro il 2030, rispetto ai valori del 2017. Questo obiettivo è stato certificato dalla Science Based Targets initiative.
In riferimento al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità fissati dalle Nazioni Unite la società ha lanciato prima negli Usa e poi in Europa le prime obbligazioni societarie legate allo sviluppo sostenibile.