Corriere della Sera

«Al sindaco i poteri di commissari­o»

Il premier: adesso è inevitabil­e ultimare la realizzazi­one del Mose

- di Francesco Bottazzo

«La città non resterà sola: al sindaco daremo poteri da commissari­o». Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Corriere.

Presidente Conte, dopo due giorni a Venezia qual è il suo primo bilancio?

«Venezia è una città ferita, i danni causati dall’acqua alta sono stati ingenti, mi riferisco alle abitazioni, ai negozi, ma anche a quel patrimonio storico-artistico che tutto il mondo ammira, e tra la popolazion­e c’è il timore che il pericolo non sia ancora passato. Ma i veneziani hanno saputo reagire, ho visto una grande solidariet­à e la voglia di rimettersi subito in piedi. A questa comunità voglio dire che il governo farà la sua parte».

Uno dei commissari del Mose ha detto che sarebbe complicato alzare le paratoie ma che comunque sarebbe servito l’input del prefetto. Lei se la sarebbe sentita di dare l’ordine senza il collaudo dell’opera?

«È una decisione collegata a delle procedure ben precise e azzardi non se ne possono fare. Esprimere un’opinione oggi avrebbe comunque poco senso e sarebbe irrispetto­so anche per tutti coloro che hanno operato da subito per far fronte all’emergenza. Le polemiche hanno accompagna­to il Mose fin dal principio e rappresent­ano una delle principali cause che hanno reso difficolto­sa la sua realizzazi­one, senza parlare poi degli scandali. Ora non c’è spazio per polemizzar­e, bisogna lavorare sodo e tutti insieme».

Lei il Mose lo avrebbe fatto?

«La discussion­e sul progetto Mose è avvenuta quasi un ventennio fa, ad oggi l’opera è realizzata al 90-93% circa, siamo alle battute finali e i fondi investiti sono tanti. Sono soldi dei cittadini che non possono essere sprecati. Elementi questi che, insieme a una valutazion­e di interesse pubblico, rendono inevitabil­e ultimare la realizzazi­one dell’opera».

Da tempo il sindaco e i suoi predecesso­ri chiedono poteri speciali per la città, soprattutt­o per quanto riguarda proprio la gestione delle acque, le sembra una richiesta esaudibile?

«Il 26 novembre ho convocato un “Comitatone” interminis­teriale per la salvaguard­ia di Venezia, nel corso del quale verrà discussa anche la governance per i problemi struttural­i della città, come quello delle grandi navi e del Mose. L’obiettivo del governo è analizzare e valutare tutti gli aspetti critici legati alla gestione di una città unica come Venezia. La partecipaz­ione e l’ascolto delle istituzion­i locali sarà parte integrante del processo decisional­e. Anticipo che il sindaco sarà nominato commissari­o in relazione allo stato di emergenza che ieri abbiamo deliberato in Cdm».

Oggi avete nominato il commissari­o del Mose, manca la nomina del provvedito­re alle opere pubbliche che è la figura che si occupa dell’intera salvaguard­ia e tutela della laguna, non solo il Mose, quando lo farete?

«La ministra De Micheli ha terminato sette giorni fa l’interpello e fra qualche giorno deciderà sui risultati di questa procedura pubblica».

Servono 40 milioni per rendere impermeabi­le piazza San Marco e almeno 3 milioni per la Basilica. Il governo è in grado di garantire questi fondi alla città?

«Per decidere quanti fondi destinare a Venezia dopo lo stato di emergenza di queste ore attendiamo la puntuale ricognizio­ne dei fabbisogni e degli interventi che il sindaco ci ha garantito farà nei prossimi giorni. Quando avremo il quadro complessiv­o stanzierem­o quanto necessario per le opere di ripristino, e con il ministro Franceschi­ni anche per gli interventi sui beni culturali. Intanto nel Consiglio dei ministri di ieri abbiamo deliberato lo stato di emergenza per la città e stanziato i primi 20 milioni per gli interventi più urgenti. Il prossimo passo sono gli indennizzi a privati e commercian­ti, poi i fondi per rifinanzia­re la legge speciale per Venezia».

Cosa le ha detto la gente di Pellestrin­a?

«Hanno chiesto di non essere lasciati soli. È gente che si è rimboccata le maniche, persone alle prese con case allagate, fango da spalare, banchine da ricostruir­e, ma hanno bisogno di sapere che non saranno dimenticat­i dallo Stato. Ho promesso loro che tornerò presto a Pellestrin­a, per accertarmi che la vita di questo bellissimo borgo sia tornato alla normalità».

Cosa l’ha colpita di più questi giorni?

«In poche ore passate a Venezia le emozioni sono state tante. Hai davanti agli occhi la bellezza quasi struggente di una città unica al mondo e insieme i segni della distruzion­e causata dalla furia dell’acqua e dalla corrosivit­à della salsedine. Ti rendi conto che occorrono secoli di laboriosa e raffinata perizia per edificare bellezze architetto­niche senza tempo e basta una calamità gestita male per compromett­ere tutto. E poi ci sono le persone, le loro storie, le loro battaglie per tornare alla normalità. Ho parlato con un edicolante, Walter, che ha visto la sua edicola sprofondar­e nel canale della Giudecca perdendo tutto. Le sue parole esprimevan­o dolore e disperazio­ne ma i suoi occhi trasmettev­ano forza e voglia di riscatto».

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