Corriere della Sera

Di Maio ai dissidenti: «Chi pensa solo a sé può anche andarsene»

Il ministro negli Usa: in Italia il vertice sull’isis nel 2020

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Un avviso, forse l’ultimo, ai dissidenti del Movimento 5 Stelle: «Dobbiamo produrre i fatti, chi preferisce guardarsi l’ombelico può anche andarsene». Un avvertimen­to, pesante, a Matteo Renzi: «Il governo non può andare avanti se tutte le forze politiche concordano una cosa e poi in Parlamento se ne fa un’altra. Abbiamo previsto il carcere per i grandi evasori e allora perché Italia Viva ora presenta un emendament­o per abolire questa misura?». Luigi di Maio è a Washington per partecipar­e al «gruppo ristretto della Coalizione internazio­nale contro l’isis». Ma l’attenzione è puntata sui tumulti nella maggioranz­a. Gli ostacoli sono numerosi, lo riconosce anche Di Maio parlando con i giornalist­i nell’atrio del dipartimen­to di Stato. Si incrociano acciaio e terrorismo; Venezia e fisco. «In queste ore a Roma (ieri per chi legge) c’è un consiglio dei ministri che stanzierà i primi fondi per l’emergenza di Venezia. La città paga le conseguenz­e del climate change e una lunga storia di corruzione. Poi abbiamo il difficile negoziato con Mittal. È il momento della responsabi­lità».

C’è acqua alta anche nel Movimento 5 Stelle; la leadership del capo politico sembra in discussion­e. Ma Di Maio la vede diversamen­te: «Stiamo parlando di poche persone che forse si stanno facendo strumental­izzare. Non vedo pericoli di scissione. Il Movimento è solido e a questo punto sono io che non riconosco quelle persone che di fronte alle vittime di Venezia, di fronte al dramma dell’ilva preferisco­no pensare agli affari loro. Chi vuole andarsene, conosce la strada. Il Movimento non lo rimpianger­à. Dobbiamo produrre dei fatti, non guardarci l’ombelico, fare dibattiti sui giornali». Il ministro degli Esteri non lo cita mai, però è facile leggere nelle sue preoccupaz­ioni il nome di Renzi: «Non so perché ma si è cominciato a parlare di scissione del Movimento subito dopo la scissione del Pd». Come dire: vedo manovre in corso per portarci via parlamenta­ri ed elettori. Poi ecco l’attacco preciso, su uno dei temi più sensibili per la sinistra, la lotta all’evasione fiscale: «Italia Viva si decida, questo governo non può tornare indietro: galera per i grandi evasori». Anche la vicenda Ilva continua ad alimentare tensioni. Di Maio offre a Mittal un tavolo per negoziare: «ma non credo che il problema sia lo scudo legale. Stanno chiudendo impianti anche in Polonia e Sudafrica. Finora siamo stati gentili con loro e siamo pronti ad aiutarli. Spero non sia necessario arrivare allo scontro legale».

Nello stesso tempo il governo italiano deve mandare segnali di vitalità anche sul piano internazio­nale. La lotta all’isis resta una priorità. Ma gli americani sono impazienti. Prima Donald Trump e ieri il segretario di Stato Mike Pompeo sollecitan­o gli alleati a riprenders­i «i propri foreign fighters». Il leader turco Recep Tayyip Erdogan minaccia di scaricarli davanti ai confini dei Paesi europei. «Noi siamo contrari agli automatism­i — risponde Di Maio — dobbiamo esaminare ogni singolo caso. I nostri foreign fighters, comunque, sarebbero poche decine». Infine un annuncio: il prossimo anno sarà l’italia a ospitare il summit della coalizione anti-isis.

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Incontro Il Segretario di Stato Pompeo e il ministro degli Esteri Di Maio

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