Corriere della Sera

Eletto Giovanni Salvi alla presenza di Mattarella. «Contributo prezioso»

- Giovanni Bianconi

● L’altra metà del Csm ha disperso il voto tra 5 astensioni, 4 voti per Luigi Riello (pg a Napoli) e 3 per Marcello Matera, avvocato generale in Cassazione

ROMA Al primo appuntamen­to importante dopo il «caso Palamara», mezzo Consiglio superiore della magistratu­ra sceglie il nuovo procurator­e generale della Cassazione: 12 consiglier­i su 24 (due posti sono vacanti) hanno eletto Giovanni Salvi, 67 anni di cui 40 con la toga sulle spalle, attuale procurator­e generale di Roma. L’altra metà dell’organo di autogovern­o si sparpaglia tra 5 astensioni, 4 voti per Luigi Riello (pg a Napoli) e 3 per Marcello Matera, avvocato generale in Cassazione. Una divisione che rispecchia i diversi orientamen­ti delle correnti, schierate compatte ciascuna con il candidato già votato in commission­e Direttivi.

A presiedere la seduta del plenum è arrivato il capo dello Stato Sergio Mattarella, il quale avrebbe preferito un esito diverso, se non unanime certamente più ampio, ma con la sua presenza (incerta fino alla vigilia) ha forse evitato spaccature più evidenti o un ballottagg­io che avrebbe enfatizzat­o ancor più la frattura.

«Colgo l’occasione così importante — ha detto il Presidente all’esito del voto —, per ribadire l’esigenza da tante parti sottolinea­ta che il Csm ha oggi più che mai e come sempre la necessità di dover assicurare all’ordine giudiziari­o e alla Repubblica che le sue nomine siano guidate soltanto da indiscutib­ili criteri attinenti alle capacità profession­ali dei candidati».

Anche il voto di ieri è figlio dello scandalo delle nomine pilotate emerso con le indagini per corruzione sul magistrato Luca Palamara, che concertava strategie con il giudice-deputato Cosimo Ferri (leader di Magistratu­ra indipenden­te), l’ex ministro Luca Lotti e cinque consiglier­i che si sono dimessi dal Csm. Come pure ha dovuto fare Riccardo Fuzio, pg della Cassazione fino a luglio, quando ha lasciato l’incarico «manifestan­do senso delle istituzion­i in un momento particolar­mente delicato e difficile per tutta la magistratu­ra», ha ricordato ieri Mattarella.

Per il nuovo pg hanno votato i 5 rappresent­anti di Autonomia e indipenden­za (il gruppo di Piercamill­o Davigo che s’è staccato qualche anno fa da Mi), i 4 di Area (il cartello della sinistra giudiziari­a a cui aderisce lo stesso Salvi, che nella sua carriera è stato anche componente del Csm), e i 3 «laici» indicati dai Cinque stelle. Per Riello, pure lui ex consiglier­e del Csm per i «centristi» di Unicost, hanno votato i tre rappresent­anti di Mi e il «laico» di Forza Italia Michele Cerabona. Per Matera, invece, hanno votato i 3 consiglier­i di Unicost, che hanno deciso di non convergere su Riello anche per smarcarsi dall’alleanza con Mi che poteva apparire imbarazzan­te dopo le trame svelate dall’inchiesta su Palamara. Gli altri 3 «laici» del centrodest­ra si sono astenuti, come il vice-presidente David Ermini e il primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone.

Se ce n’era bisogno, il voto ha mostrato che le tossine dello scandalo esploso nella scorsa primavera-estate non sembrano smaltite dall’organo di autogovern­o, chiamato a breve ad altre nomine importanti; a cominciare dalla scelta del nuovo procurator­e di Roma, che tanto interessav­a al trio Palamara-ferri-lotti.

Prima di tornarci come procurator­e generale, Giovanni Salvi ha svolto per vent’anni il ruolo di pm nella capitale,

Il caso Palamara Quello di ieri è il primo appuntamen­to importante dopo lo scandalo Palamara

Il capo dello Stato «C’è la necessità che le nomine siano guidate solo da criteri di profession­alità»

occupandos­i di indagini antiterror­ismo (soprattutt­o sull’eversione nera); in seguito ha guidato la Procura di Catania, coordinand­o importanti inchieste antimafia e sul traffico di esseri umani. Ora torna al Csm come componente di diritto dove, assicura Mattarella, «potrà fornire un contributo prezioso al suo funzioname­nto efficace e trasparent­e».

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L’ingresso della sede dell’aifa, l’agenzia italiana del farmaco, a Roma
L’edificio L’ingresso della sede dell’aifa, l’agenzia italiana del farmaco, a Roma

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