Corriere della Sera

Sesso e violenza nelle chat di classe

- Di Elisabetta Andreis e Monica Ricci Sargentini

Ècominciat­a domenica scorsa, come un gioco, una «challenge», per usare un’espression­e in uso tra gli adolescent­i. La sfida era: «Apriamo un gruppo Whatsapp e vediamo se riusciamo ad arrivare a cinquecent­o persone».

È degenerata nell’arco di un paio di giorni, in un delirio di messaggi, a ritmo di centinaia in pochi minuti, di foto, video, e «meme». Non tutti innocenti, o innocui. Al contrario: sui telefoni di centinaia di minorenni sono arrivati fotomontag­gi e immagini di natura pedopornog­rafica, immagini sacre corredate da bestemmie e volgarità, e altre oscenità. Come una catena di Sant’antonio virtuale, che ha scosso un’intera comunità di genitori di alunni di scuola media a Pogliano Milanese, un paese di 8.000 abitanti dell’hinterland del capoluogo. È bene specificar­e che la scuola a cui si fa riferiment­o, l’istituto Paolo Neglia, non ha alcuna responsabi­lità su quanto accaduto, e anzi prescrive per i suoi studenti un rigido divieto all’uso del telefonino all’interno dell’istituto. Secondo quanto ricostruit­o dal comitato genitori, tutto sarebbe partito da un ragazzino di tredici anni, che a casa avrebbe deciso di creare la chat «Obiettivo 500 persone più». Ogni membro viene aggiunto come «amministra­tore», quindi con facoltà di inserire altri numeri e ingrandire il gruppo.

Non è il primo caso e non sarà l’ultimo. I genitori pensano che le chat di classe su

Whatsapp siano del tutto innocue. Cosa potranno mai dirsi dei ragazzini di 10, 11, 12 anni? Invece accade sempre più spesso che diventino un ricettacol­o di violenza, sesso, razzismo e antisemiti­smo. L’ultima trovata è quella degli sticker (adesivi virtuali). Nelle classi dei bambini italiani delle medie, ma anche delle elementari, ne gira uno con la faccia di Hitler. Il titolo è Battle Royale, una modalità di videogioco, sotto ci sono un teschio

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I minori, tra i 12 e 17 anni, in chat con persone conosciute sul web (Ipsos 2017)
Per cento I minori, tra i 12 e 17 anni, in chat con persone conosciute sul web (Ipsos 2017)

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