«Non faccio solo abiti», una mostra celebra i suoi accessori
Al Silos più di ottocento pezzi. Lo stilista: prima dei vestiti, ho scritto la mia storia con scarpe e borse
Li passa in rassegna a uno a uno. E sono più di ottocento. Lussuosi, bizzosi, seriosi, spavaldi, pratici. Chiedergli se fra di loro c’è «il» grande amore è inutile. «Li ho amati e li amo tutti». Giorgio Armani è così. Non fa preferenza, non rinnega e non divide fra serie A e serie B. Anche per questa mostra di accessori: pezzi disegnati per accompagnare gli abiti di quaranta anni e più di moda, tra sfilate ed eventi e collezioni. «Accenti di stile» è il titolo della rassegna che da domani e sino al 2 febbraio sarà aperta al pubblico al Silos, lo spazio espositivo di Bergognone, a Milano, dove lo stilista ha deciso di aprirsi a tutti. «Perché ora?, mi ha chiesto qualcuno nei giorni scorsi — dice anticipando tutti —. E ancora: tu fai vestiti meravigliosi, che bisogno c’era di sottolineare gli accessori? Poi questa persona ha fatto un giro qui e ha capito.
Tutti hanno visto in me sempre lo stilista che disegna abiti. Ma prima ancora che cominciasse il boom e che la stampa se ne occupasse, io già con scarpe e borse scrivevo la mia storia e non solo la mia», la butta lì facendo capire in quanti lo hanno poi copiato. «Ma sino a che succede, hai la certezza di creare uno stile», commenta sornione.
I pezzi oggi in esposizione, in un percorso visivo e personale, fatto di cromatismi (chiazze di colore e di bagliori) e tattilità (una selezione di pelli e lavorazioni), sono fra l’altro i due/terzi dell’archivio di Armani. Nessun compromesso commerciale, ci tiene a sottolineare lo stilista: «Sono tutti oggetti che raccontano di un lusso e una qualità che non sono mai cambiati nel tempo. I “ciaffi” non mi sono mai piaciuti. Assolutamente costosi, certo, ma li ho sempre disegnati pensandoli per accompagnare i miei abiti e troppo spesso sono stati cancellati dalla stampa perché non aveva occhi che per i vestiti. Non mi sembrava giusto».