«Non roviniamo i sogni ai nostri insegnanti»
Sono insegnante dal 1976. Trentasei anni passati tra i banchi della scuola secondaria superiore e gli ultimi sette nelle aule di una università milanese. Questa settimana ho ripreso le mie lezioni nell’ambito della Facoltà di scienze della formazione primaria dove espleto la mia attività di insegnamento e ho quindi conosciuto le mie nuove studentesse e i miei nuovi studenti. Come ogni anno chiedo loro di raccontarmi le motivazioni che li hanno condotti a questa scelta universitaria. La risposta è unanime: il sogno di diventare gli insegnanti di domani. Ognuno riporta un vissuto particolare che ha contribuito a questa decisione. Alcuni di loro hanno già un diploma di laurea precedente, ma a un certo punto hanno capito che quella prima scelta non era la strada che si erano immaginati per loro. Allora hanno deciso di rimettersi in gioco. Vedo una luce nei loro occhi che riconosco oramai per esperienza: quella della passione. Ma sempre per esperienza so quanto piena di ostacoli e di insidie sia la strada che conduce alla realizzazione dei loro desideri. Quanto difficile sia tener viva quella passione nel sistema scuola italiano. Quanta poca attenzione ci sia nelle politiche di governo e nell’amministrazione scolastica per la figura dell’insegnante. Quanto facile sia bruciare i loro sogni.