Mistery all’italiana
Dalle indagini di Castellitto sulla morte del figlio a Vittoria Puccini in toga Il thriller è l’ultima tendenza per le serie tv di Rai, Mediaset e Netflix
Lì dove c’erano papi e imprenditori illuminati, dove c’erano santi, politici illustri e figure di spicco dei più svariati ambiti, oggi ci sono sparizioni e oscuri incidenti, avvenimenti incomprensibili, scambi d’identità e sospetti. Dopo aver setacciato le esistenze di quasi tutti i personaggi celebri — laici e no —, la serialità italiana ha scoperto il mistery. Le trame in cui le vicende si aggrovigliano nei modi più contorti non hanno mai affollato così tanto le menti degli sceneggiatori come negli ultimi anni, e sono sempre di più le fiction che, di puntata in puntata, cercano di sciogliere i nodi dei più fitti arcani. Il più delle volte, è un successo.
Fra le novità in arrivo la nuova fiction Pezzi unici, da domenica su Rai1, in cui tutto ruota attorno al tormento di Sergio Castellitto, padre che deve affrontare la morte del figlio: un suicidio. Ma la moglie lo vede come il responsabile. Trame contorte, piani che si ribaltano, apparenza e realtà che si confondono. Si è appena conclusa, invece, sempre su Rai1, la seconda stagione di La strada di casa, la serie con Alessio Boni. Tutto si regge su un suo incidente misterioso, a cui sono seguiti 5 anni di coma che hanno cambiato gli assetti della sua azienda e della sua famiglia. La ricerca della verità diventa così indispensabile, perché quello che sembra forse non è e tutto può essere stravolto, con ogni personaggio che diventa un possibile sospetto.
Elementi, da un punto di vista narrativo, decisamente golosi. Lo sa bene Ivan Cotroneo che, con Monica Rametta, per primo ha puntato sul genere. Il loro Sorelle, serie diretta da Cinzia Th Torrini con Anna Valle era del 2017 e raccontava di una donna costretta a rivedere la sua vita dopo l’inspiegabile sparizione di sua sorella. «Il giallo offre l’occasione per raccontare anche altro — spiega Cotroneo —. È vero che non erano così sfruttati dalla fiction, ma fanno parte della nostra tradizione. Penso a sceneggiati degli anni 70 come Il segno del comando o Dove è Anna?.
Tutto parte da lì». E pazienza per la sua compagna di scrittura, Rametta: «Lei è un test fantastico, quando ci sono inserimenti mistery e si spaventa allora funziona. È un periodo buono per la serialità, mai come adesso è possibile sperimentare».
Come accade a Vittoria Puccini in Mentre ero via, pure scritta da Cotroneo-rametta. Anche in questo caso, a confondere i confini tra i ricordi e la realtà è un coma: quello da cui si risveglia Monica (Puccini), senza ricordare più nulla degli ultimi 8 anni. Che comprendono la morte del marito e del suo presunto amante. L’attrice è anche il volto di una delle novità di Mediaset, Il processo, in cui recita con Francesco Scianna. Un legal thriller che si sviluppa da un evento drammatico: l’omicidio di una 17enne. Spiega lo sceneggiatore Alessandro Fabbri: «Le serie diventano sempre più internazionali e per questo hanno abbandonato forme più rassicuranti e ripetitive. Fino a qualche anno fa era impossibile scrivere dei thriller: ora si è capito che possono essere un efficace racconto della società. Il mistery è una delle possibilità e pochi altri generi riescono a restituire così il lato oscuro del Paese».
Per questo, sempre Mediaset ha dato il via alle riprese della seconda stagione di un’altra fiction che sfrutta questi toni, Il silenzio dell’acqua con Ambra Angiolini e
Le radici L’autore Ivan Cotroneo: «Una tradizione nata con gli sceneggiati degli anni Settanta»
Giorgio Pasotti. Menzogne, verità, ricostruzioni della mente. Ingredienti alla base anche di Non mentire, altro titolo andato in onda quest’anno su Canale 5, con Alessandro Preziosi e Greta Scarano, prima amanti poi uno contro l’altra con ricostruzioni opposte della realtà: chi mente?
La tendenza del mistery ha contagiato anche Netflix: è in arrivo Curon, ambientata nel paese del Trentino Alto-adige che così si chiama. Lì un lago artificiale ha coperto terre un tempo abitate. Emerge solo la sommità di un campanile: un luogo perfetto per raccontare vicende coperte dal mistero.